A Venezia, finalmente, si parla di futuro
07/11/2011
Divenuto, nel 2007, il terzo aeroporto intercontinentale d’Italia, il “Marco Polo” di Venezia ha oggi fatto un salto un futuro, presentando il progetto per la trasformazione da sola aviostazione a nodo intermodale. Lo studio, voluto dalla società di gestione SAVE, ridisegna un vasto sedime, sul quale, nel 2030, dovrebbero arrivare 13.600.000 passeggeri, cui si offriranno più opportunità di spostamento: la stazione ferroviaria ipogea dell’Alta Velocità, il people mover areale, il terminal per la metropolitana sub lagunare, i parcheggi. Entro breve, il Consiglio Comunale del capoluogo regionale dovrebbe licenziare la realizzazione di un primo significativo stralcio del Master Plan dell’aeroporto: la “Porta d’Acqua”, nuovo accesso alla città lagunare. Il disegno avveniristico, ora presentato, cozza naturalmente sullo scoglio dei finanziamenti, come evidenziato, in particolare, dall’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, presente unitamente al Commissario Straordinario T.A.V., Bortolo Mainardi. Il Presidente SAVE, il finanziere Enrico Marchi, ha però già dato qualche indicazione: guardare alle istituzioni di Bruxelles, che hanno già inserito l’aerostazione di Tessera tra i siti strategici della nuova programmazione comunitaria; in particolare, potrebbe essere la Banca Europea degli Investimenti (B.E.I.), un partner interessato. Come dire, la palla adesso passa alla politica ed alla sua capacità di “dare gambe” ad un progetto di grande respiro; purtroppo, in sala, non c’era molta convinzione che la sfida possa essere raccolta….