Nuovi punti di sbarco per il pescato della laguna
La nuova politica europea sulla pesca, infatti, impone di realizzare punti di sbarco e del pescato anche nella laguna veneta, così da far transitare prodotti ittici con più immediatezza e maggiori controlli. Tali strutture dovranno rispondere a precisi standard per tipologia, ampiezza e dimensionamento interno. L’iniziativa risponde all’indicazione comunitaria di una maggior tutela del consumatore, garantendo un prodotto ittico integro, salubre e sano.
“Un obiettivo – ha spiegato Manzato – che si traduce nell’individuare modalità di trasferimento del pesce che riducano possibili contaminazioni ambientali del prodotto. Il Veneto è peraltro in linea con questa nuova raccomandazione già dal 2006. In questa operazione sono coinvolte circa 700 le imprese di pesca che svolgono la loro attività nelle aree in concessione. Peraltro il presidio della filiera e il controllo da parte degli enti comunali, che hanno compito fondamentale di garantire la tutela igienico sanitaria, si tradurrebbe nella semplificazione delle procedure di controllo e in migliori condizioni di lavoro per gli operatori”.
I nuovi punti di sbarco, una volta individuati, potrebbero essere realizzati dalle Amministrazioni comunali con i finanziamenti messi a disposizione dal Fondo Europeo della Pesca tramite i bandi regionali, già pubblicati, che coprono fino al 100% della spesa ammissibile.