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Casse laminazione, avanti tutta per combattere le alluvioni

10/11/2011
Duecento dei 277 cantieri programmati sono stati conclusi, ma il Veneto, per poter iniziare a guardare con un po’ meno apprensione le sfuriate di “Giove Pluvio”, aspetta con ansia i bacini di laminazione. A che punto siamo su questo fronte? A fare il punto della situazione è Perla Stancari, Commissario per il superamento dell’emergenza alluvione in Veneto.

“Come commissariato interveniamo per supportare il finanziamento delle prime iniziative già individuate – ha sottolineato Stancari – a partire dal bacino di espansione di Trissino (Vicenza), per il quale pensiamo di attivare l’appalto integrato nella prima metà del prossimo anno e che cofinanzieremo con circa 10,5 milioni per un primo stralcio rispetto ad un costo previsto complessivo di 44,65 milioni”.

Questo intervento, per il quale c’è la progettazione definitiva, è finalizzato alla riduzione del rischio idraulico dei comuni della Bassa padovana, nel bacino del fiume Bacchiglione, interessati dalle piene dell’Agno Guà, affluente del Gorzone. Il secondo intervento riguarderà il bacino di espansione di Caldogno (costo 41,5 milioni, cofinanziamento commissariale di 19,5 milioni), il cui progetto ha già superato la Valutazione d’Impatto Ambientale e che dovrebbe essere appaltato a metà circa del 2012. L’intervento è finalizzato alla riduzione del rischio idraulico dell’area metropolitana di Vicenza interessata dalle piene del torrente Timonchio che convergono sul Bacchiglione. Il Commissario finanzierà, infine, l’invaso sul torrente Lastego-Muson dei Sassi (10,8 milioni su una spesa totale di 13,8), finalizzato alla riduzione del rischio idraulico dei comuni dell’Alta padovana. Il progetto definitivo dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno corrente e si pensa di appaltare i lavori nel 2012.

“La realizzazione di interventi strutturali di riduzione del rischio è divenuta una scelta prioritaria – ha ricordato l’assessore alla Protezione Civile del Veneto, Daniele Stival – ed è un bene che sia cresciuta una coscienza collettiva su queste tematiche trascurate per decenni. In passato si è costruito troppo e anche male, ora c’è l’esigenza di dire basta e di rimediare. Vedremo come reperire le risorse che servono, ma inviti e segnali di disponibilità che vengono anche dall’opposizione sono certamente una premessa positiva. Occorrerà inoltre migliorare ancora il sistema di allertamento e prevenzione, completando e tenendo aggiornati i Piani comunali di Protezione Civile e redigendo i Piani comunali delle acque”.

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