L'ottimismo è un obbligo, ma i numeri non confortano
Indubbiamente torna a crescere il numero delle imprese iscritte (+ 473) perchè pur diminuendo le nuove iscrizioni, si riducono le cessazioni (-10,1%). Ma poi arriva il dato sui fallimenti e questi sono 145, quindi meno del 2010 (erano 162) ma pur sempre quasi il doppio che nel 2008.
Per quel che riguarda i flussi di import/export i dati sono drogati da due fattori negativi: da un lato non importiamo più attraverso il porto di Venezia il petrolio libico, dall'altro non esportiamo più le navi che lo scorso anno sono state prodotte alla Fincantieri. Ma anche depurato da questi fattori, il bilancio veneziano è al di sotto delle medie regionali nei singoli comparti e talvolta anche delle medie nazionali. Solo turismo e scarpa tengono (e bene) a galla la barca provinciale.
La vera preoccupazione è per l'occupazione (in tutte le provincie del Veneto, la cassa integrazione cala per percentuali superiori al 30%, mentre nel veneziano aumenta dell'11%) ed in particolare per quella dei giovani per i quali la disoccupazione è al 31,3%. Qui i dati non sono provinciali, ma regionali e dimostrano che aumenta il numero dei giovani che rinunciano a cercar lavoro, ormai disillusi (quale che sia il loro livello di qualificazione e formazione) che nel loro futuro possa esserci un lavoro stabile.
Il tentativo di trasmettere un messaggio positivo da questo punto di vista si affida agli atteggiamenti degli imprenditori nell'indagine Sistema Informativo Excelsior che ha coinvolto 60.000 imprese: previste 1.900 assunzioni. Peccato che l'indagine sia stata fatta a luglio, prima quindi delle grandi scosse al quale il nostro Paese è stato sottoposto da agosto fino alla nascita del nuovo Governo Monti: sappiamo quanto abbiano costato alla credibilità del Sistema Italia quei mesi di latitanza politica. E dire che i nostri imprenditori, che hanno poca fiducia nella ripresa dei consumi nazionali, puntano molto sulle esportazioni.
Ma per capire davvero se potrà essere rilanciata questa aspettativa, ci vorrà il prossimo trimestrale, magari sperando anche che le sofferenze bancarie delle imprese veneziane arrestino la loro impennata: + 29,8% rispetto allo scorso anno superando i 914 milioni di euro, cioè più del doppio rispetto a quanti erano nel precrisi.
M.O.
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