Troppi cervi, nel Cansiglio soffre il bosco bonsai
Questo il dato di partenza emerso oggi nel convegno Impatto del cervo nell'ecosistema foresta" svoltosi a cura di Veneto Agricoltura nella Corte Benedettina di Legnaro (Pd).
La popolazione di cervi, cresciuta nel famoso bosco dell’Alpago a dismisura e senza freni naturali da diversi anni, incide in modo sempre più marcato sull'ecosistema foresta. Ogni primavera, nella Piana del Cansiglio, giungono in massa le popolazioni di cervi - ne sono stati contati circa novecento una sera, quest’anno -, i quali durante la cattiva stagione rimangono invece nelle aree limitrofe, più calde. Partoriscono 1 o 2 cerbiatti a fine primavera e in parte abbandonano poi il territorio con l'arrivo del freddo e, soprattutto, della neve.
L'impatto sulla vegetazione è pesante. Vaste aree di bosco stentano infatti a rinnovarsi a causa dei brucamenti eccessivi del sottobosco. E il danno è facilmente riconoscibile per la forma a "bonsai" che assumono le piante colpite, soprattutto abete rosso e faggio. Il bosco così non può crescere.
Per questo il Piano di controllo del cervo in Cansiglio, approvato al fine di salvaguardare e tutelare l’ecosistema agroforestale da un’eccessiva presenza di ungulati e sottoscritto dalla Regione Veneto, dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal Corpo Forestale dello Stato dalle Province di Belluno e Treviso dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e da Veneto Agricoltura, prevede l’abbattimento nell’area demaniale del Cansiglio di 40 capi annui a cura del personale di polizia delle Amministrazioni Provinciali e del CFS e il prelievo di 360 capi (120 per provincia) in modalità caccia, e per questo inserito nei piani venatori, nelle riserve limitrofe alla Piana.
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