Anbi: la nostra Durban è recupero di cultura del territorio
“L’opportunità – prosegue Gargano - sono le carte del rischio idrogeologico, patrimonio di ciascun ente di bonifica e la cui consultazione deve diventare indispensabile prima dell’acquisto di un immobile o della individuazione del proprio domicilio: si possono così evitare le zone critiche.
Un altro aspetto importante è la conoscenza delle antiche toponomastiche, oggi spesso abbandonate. Aree tradizionalmente denominate “Basse”, “Palu’ ”, “Laghi”, “Melma”, “Pantano”, “Acquette” e via dicendo, secondo le più diverse accezioni locali, indicavano zone di conclamata criticità, dimenticata in nome di un’irresponsabile urbanizzazione, di cui oggi sono evidenti le conseguenze. Recuperare la “cultura del territorio” – conclude Gargano - dovrà essere ulteriore oggetto di confronto fra consorzi di bonifica ed Amministrazioni Locali, in nome della positiva collaborazione in atto e sancita, a livello nazionale, dai Protocolli d’Intesa con A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e U.P.I. (Unione Province Italiane).”