Pesca, le problematiche venete sul tavolo del Governo
“Ho fatto presente al ministro che, con i colleghi di Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, e Friuli Venezia Giulia, Claudio Violino, abbiamo fissato le priorità dell’Alto Adriatico relative a questa particolare categoria di pesca – ha sottolineato Manzato – penalizzata da norme europee che non considerano le caratteristiche uniche di questo braccio di mare. Applicare nell’Adriatico settentrionale quelle regole significa esercitare una pesca totalmente inappropriata e in certi casi addirittura dannosa all’ambiente, di sicuro rovinosa per i redditi e il futuro degli operatori”.
“Abbiamo dunque la necessità di aggiornare quanto prima le disposizioni che hanno dato vita al Distretto di pesca Nord Adriatico, riconoscendo alle tre Regioni interessate la possibilità di regolamentare alcune attività. E’ inoltre è di vitale importanza per la sopravvivenza del comparto delle tre miglia – ha ribadito – dare ai pescatori che vogliono abbandonare l’attività la possibilità di “rottamare” le imbarcazioni, oggi escluse dall’attuale bando perché le loro caratteristiche le rendono non collocabili in posizione utile in graduatoria. Come Veneto ho proposto in più occasioni alla Direzione Generale della Pesca di realizzare un bando specifico per il Veneto da finanziare con le risorse FEP”.
La terza istanza presentata al Ministro ha riguardato le recenti normative comunitarie inerenti alla fine delle deroghe alle pesche speciali: acquadelle, seppie, moscardini e altre specie che sono produzioni tipiche dell’Alto Adriatico.
“La competente struttura tecnica regionale sta verificando con le Associazioni di categoria, imprese di pesca e Istituti di Ricerca l’utilizzo di attrezzature a minor impatto. Continueremo a seguire insieme ai pescatori tutti i passaggi – ha concluso Manzato - sollecitando politica e burocrazia affinché diano rapidamente risposte alle famiglie che le stanno attendendo”.