Formaggi DOP: UE introduce il governo delle quantità
La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio dovrà essere definitivamente adottata dall’aula di Strasburgo, nel prossimo mese di febbraio. A quel punto l’accordo avrà immediata e diretta applicazione negli Stati membri, che su richiesta di una organizzazione dei produttori o interprofessionale, oppure di un Consorzio di tutela riconosciuto, potranno introdurre regole di programmazione dell’offerta produttiva, previo accordo stipulato da almeno due terzi dei produttori.
La programmazione potrà avere una durata massima triennale (rinnovabile al termine), non dovrà danneggiare gli altri prodotti o comprendere fissazione di prezzi. Nell’ottica del rispetto del libero mercato, le misure introdotte non potranno essere discriminatorie rispetto all’ingresso nella DOP di nuovi soggetti né dovranno danneggiare i piccoli produttori.
A questo proposito un recente studio condotto da Pierre Merel, dell’Università della California, ha dimostrato come la possibilità di adattare domanda e offerta consenta una migliore ripartizione del valore aggiunto tra gli attori della filiera produttiva (allevatori, produttori, stagionatori), senza comportare impatti negativi in termini di prezzo per il consumatore finale. «Al contrario» – afferma il Presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Roberto Gasparini – «la stabilizzazione dei volumi produttivi contribuisce al mantenimento della qualità, aumentando così i vantaggi per il consumatore finale, ulteriormente garantito rispetto alla salubrità dei formaggi DOP».
«Garantire redditi più stabili alle nostre duemila imprese di allevamento, nonché ai produttori di Asiago DOP – prosegue Gasparini - rappresenta una premessa necessaria per preservare il patrimonio agro-zootecnico ed ambientale dell’area di produzione. Le DOP non rappresentano un fenomeno meramente commerciale: inscindibilmente legate al territorio di produzione, ne alimentano lo sviluppo e consentono di mantenere intatta la biodiversità animale, ambientale e microbiologica. L’eredità culturale e il valore socio-economico delle DOP rappresentano un valore prezioso per la collettività; è in quest’ottica che sono nati i Consorzi di Tutela, che con le misure introdotte ora a livello comunitario tornano a giocare un ruolo di primo piano come custodi della tradizione, in un’ottica moderna, orientata in maniera specifica alla qualità ed al mercato».
Nel corso di una recente presentazione a cura di CNAOL, l’associazione dei formaggi francesi a Denominazione di Origine Protetta, è stato illustrato il caso della filiera del Comté DOP, che presenta svariate analogie con l’Asiago DOP. La gestione dei volumi produttivi, è stato detto, rappresenta una necessità per evitare le crisi nelle zone agricole, in particolare in quelle montane, tendenzialmente più fragili. Proprio l’introduzione della gestione dei volumi produttivi, negli anni Novanta, ha consentito al Comté un progresso costante delle produzioni e un ripopolamento zootecnico dell’area di produzione, dove molti giovani agricoltori hanno scelto di avviare ex-novo la loro attività, in particolare nelle aree montane; fino ad arrivare alle 2750 imprese di allevamento attuale che - situate tra i 250 e i 1200 metri d’altitudine – producono un latte di alta qualità.
«Gli spunti di eccellenza non mancano. Quel che è certo è che i nostri sforzi per ottenere il governo delle quantità sono stati premiati e che per l’Asiago DOP, da oggi, si apre un nuovo capitolo», ha affermato in conclusione il Presidente Gasparini.
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