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Olio, urge evitare il radicamento del falso

10/01/2012
Le perplessità sollevate in Cina sulla reale origine delle olive utilizzate per produrre l’olio italiano esportato nel gigante asiatico danneggia il vero Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare la necessità di fare chiarezza in riferimento alla richiesta dell'autorità cinese per la qualità all'Ambasciata italiana a Pechino di fornire maggior informazioni sulle società italiane che sono sospettate di vendere in Cina olio etichettato come olio d'oliva italiano, ma che in realtà è realizzato con oli provenienti da altri Paesi. Bisogna evitare che - sottolinea la Coldiretti – soprattutto in Paesi emergenti importanti come la Cina, si radichi un falso Made in Italy identificato da marchi italiani, ma con poca o nulla materia prima nazionale, come purtroppo sta già avvenendo. Anche grazie al progetto della Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana, ci sono tutte le condizioni - continua la Coldiretti - per rifornire con olio extravergine italiano al 100% l’intero mercato cinese le cui importazioni dall’Italia sono state pari ad appena 7 milioni di chili nel 2011, in crescita del 10%. In questo senso – continua la Coldiretti - è necessaria anche un reale svolta da parte delle autorità pubbliche italiane nel sostenere all’estero con la promozione il vero Made in Italy, dal campo alla tavola. Una necessità per evitare la delocalizzazione produttiva che prima colpisce la produzione agricola e poi quella industriale, con effetti negativi sul piano economico ed occupazionale per il Paese. In Italia si producono in media 500mila tonnellate di olio di oliva che per il 60% è venduto come extravergine per un totale di circa 300mila tonnellate. Di queste, quasi un terzo per un totale di 100mila tonnellate sono destinate all’autoconsumo e alle vendite dirette che hanno avuto un nuovo impulso grazie al progetto della Coldiretti per una filiera agricola italiana che ha portato alla nascita di punti vendita, botteghe e mercati degli agricoltori di campagna amica, che con la certificazione da enti terzi garantiscono la qualità e l’origine nazionale degli oli in vendita. L’Italia è il principale importatore mondiale di olio di oliva per un totale di 470 mila tonnellate all’anno che vengono spesso miscelate alla produzione nazionale e alimentano i consumi nazionali di 700mila tonnellate e le esportazioni di circa 250mila tonnellate all’anno. La produzione nazionale si concentra in Puglia (35%), Calabria (33%), Sicilia (8%), Campania (6%), Abruzzo (4%), Lazio (4%), Toscana (3%) e Umbria (2%). Sono 42 – conclude la Coldiretti - gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione Europea.

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