Rafforzati gli strumenti europei di protezione civile
"Uno dei punti salienti della proposta è la creazione di un pool volontario di squadre e attrezzature specializzate dei Paesi UE, da mobilitare immediatamente ogni volta che l'Unione reagisce collettivamente," ha commentato Kristalina Georgieva, Commissaria europea per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi. "Altro aspetto importante: la normativa proposta spinge la politica di protezione civile dell'UE oltre il limite della risposta alle catastrofi, mettendo in risalto l'aspetto della prevenzione e della gestione dei rischi. Il nostro intento è gettare le basi di una politica globale dell'Unione europea per la gestione delle catastrofi.
A questo scopo la proposta prevede di istituire un centro europeo di risposta alle emergenze, disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che permetta un coordinamento efficace, mantenendo sempre informati i Paesi dell'Unione. La Commissione europea intende inoltre favorire più cooperazione per quanto riguarda la pianificazione anticipata delle operazioni in risposta alle catastrofi; le misure previste comprendono la catalogazione delle risorse dei vari Paesi UE, la stesura di piani di emergenza e una migliore programmazione della gestione dei rischi. Verranno mobilitati fondi per sopperire alle carenze e verranno potenziati gli investimenti per interventi a livello europeo, comprese le modalità di trasporto immediato.
Gli strumenti principali di cui l’Unione europea dispone sono gli aiuti umanitari e la protezione civile. Il meccanismo europeo di protezione civile facilita la cooperazione in risposta alle catastrofi tra 31 Stati europei: i 27 più la Croazia, l'Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. Questi Paesi mettono in comune le rispettive risorse che vengono mobilitate a favore degli Stati colpiti da catastrofi nei quattro angoli del mondo. Questo meccanismo è gestito dalla Commissione attraverso il centro di informazione e monitoraggio (MIC) e riesce a coordinare l'assistenza fornita entro e oltre i confini UE.
Fin dal 2001 l'Unione europea ha agito in risposta a catastrofi ambientali come gli incendi forestali in Portogallo, le inondazioni nei Balcani del 2010 e l' esplosione di una base navale a Cipro nel 2011. Fuori dall'Europa sono stati coordinati interventi ad Haiti, in Cile e in Giappone.
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