La strategia di Unaprol per difendere olio made in Italy
Unaprol, intanto, presenterà nelle prossime settimane una ricerca condotta da diverse università italiane, con l’Università di Perugia a fare da capofila e coordinata dal professor Maurizio Servili della facoltà di agraria dell’ateneo umbro. Lo studio fornirà le basi per un confronto con il mondo politico.
“Oggi – spiega Gargano – c’è un problema di etichetta. E non solo per le bottiglie di extravergine d’oliva, ma anche per tutti gli altri prodotti che contengono olio, come ad esempio i sughi. L’etichetta oggi è obbligatoria, ma è scritta talmente piccola che spesso non è leggibile”.
Tra i primi con cui i produttori d’olio hanno già avviato un confronto c’è il nuovo ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Mario Catania.
“È una persona sensibile, attenta e competente – spiega Gargano – Siamo convinti che con lui - persona esperta del problemi del settore - si possa fare un ottimo lavoro”.
Per i produttori d’olio italiano il momento non è dei migliori. I prezzi hanno recentemente registrato un forte calo, con dirette ripercussioni per le aziende.
“Sono state fatte scelte che non pongono l’agroalimentare alla base dello sviluppo e della crescita del Paese – continua Gargano – E così l’industria agroalimentare italiana è diventata preda di altri soggetti che sono riusciti a dar valore diverso al made in Italy sugli scaffali della grande distribuzione organizzata”.
Secondo Gargano c’è stato “un furto sull’identità dell’olio made in Italy, con operazioni di marketing che mettono foto di colli umbri e toscani sulle bottiglie che se va bene contengono olio tunisino o addirittura prodotti raffinati e poi ricolorati”.
Impossibile, secondo Gargano, “che i distributori non si rendano conto di non poter vendere extravergine d’oliva a prezzi inferiori a 3 o 4 euro. In Puglia – spiega Gargano – la produzione dell’olio costa mediamente 3,53 euro al chilo; 3,73 in Calabria e sopra i 4 euro nel Lazio. Oggi i consumatori ritengono di acquistare olio italiano quando invece questo non lo è”. Ma vi sono un’industria e una GDO serie in questo paese – ha poi aggiunto Gargano - che prestano attenzione non solo ai prezzi ma anche al contenuto della loro offerta ai consumatori e con loro vogliamo dialogare”.