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Ca’ Foscari: industria culturale, made in Italy sostenibile

17/01/2012
"Bellezza e innovazione, la nostra sfida per il futuro". Ermete Realacci, deputato e presidente onorario di Legambiente, ha parlato a Ca’ Foscari di crescita e sviluppo del Paese, durante il secondo appuntamento del ciclo “Conversazioni sul nostro futuro” ideato dall’ateneo veneziano e voluto dal rettore Carlo Carraro.

Realacci ha chiacchierato su questi temi insieme ai docenti di Ca’ Foscari Silvia Burini, Chiara Mio e Bruno Bernardi in un incontro moderato dal Direttore de La Nuova di Venezia e Mestre Antonello Francica e introdotto dal rettore Carlo Carraro: «Sono contento di ospitare l’onorevole Realacci a questa serie di incontri nei quali ci interroghiamo sul futuro e sulle potenzialità di crescita del nostro Paese partendo dalla realtà che ci circonda – ha detto - Il tema dell’innovazione tecnologica e della produzione culturale in chiave sostenibile quali fattori di sviluppo sono temi molto a cari al nostro ateneo che proprio su questo sta investendo moltissimo».

Realacci: «Ricerca, innovazione, cultura sono termini che troviamo anche nell’articolo 9 della nostra Costituzione, essi sono la nostra forza, la marcia in più verso il domani - ha detto - C’è una parte del sistema economico italiano che è molto competitiva al contrario di quanto si immagine comunemente, il successo del Made in Italy sta proprio in questo mix di bellezza, coesione sociale, talenti. Un patrimonio che già possediamo e che può diventare la leva per il nostro rilancio».

Proprio la produzione culturale è una chiave di volta. Silvia Burini, prorettore alle produzioni culturali di Ca’ Foscari: «L’università ha il compito di proporre ai suoi studenti un atteggiamento culturale, innanzitutto, fornendo loro gli strumenti per creare nuove competenze e sviluppo. Il bene culturale non è mai solo conservazione e tutela». Chiara Mio, delegata del rettore alla sostenibilità, ha ricordato che «gli studenti devono avere una coscienza di responsabilità sociale indipendentemente dalle scelte professionali che andranno a fare». «Su questo il mondo dell’università – ha concluso - sta investendo molto con risorse e competenze ma servono anche risposte da parte del sistema produttivo». Bruno Bernardi, docente del dipartimento di Management: « Se misuriamo in termini economici quanto rende la produzione culturale ci accorgiamo facilmente che le buone prestazioni economiche non nascono esclusivamente da un contesto strettamente economico».

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