Al Teatro La Fenice "Lou Salomé" di Giuseppe Sinopoli
Come l’inaugurazione 2011 celebrava un grande compositore veneziano recentemente scomparso, Luigi Nono, della cui Intolleranza 1960 proponeva la terza rappresentazione italiana a cinquant’anni dalla prima assoluta del 1961, così l’inaugurazione 2012 è dedicata a Giuseppe Sinopoli, nato a Venezia nel 1946 e scomparso a Berlino nel 2001, con la riproposta, a trent’anni dalla prima assoluta, di Lou Salomé, andata in scena il 10 maggio 1981 alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera che l’aveva commissionata.
Opera imponente, Lou Salomé costituisce il solo esperimento teatrale di Giuseppe Sinopoli, che dopo la prima esecuzione ritirò la partitura con l’intento di rimettervi mano, ma che in seguito abbandonò l’attività compositiva per dedicarsi esclusivamente alla direzione d’orchestra, lasciando ineseguito il lavoro. L’odierna ripresa, la prima dopo trent’anni, ne costituisce dunque anche la prima rappresentazione italiana.
L’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice (maestro del Coro Claudio Marino Moretti) saranno diretti da Lothar Zagrosek, Alvise Vidolin curerà la regia del suono. Il cast sarà formato dal soprano Ángeles Blancas Gulín e dall’attrice Georgia Stahl nei ruoli rispettivamente di Lou Salomé, e Lou Salomé II, dall’attore Claudio Puglisi nei ruoli (in parte cantati) di Friedrich Nietzsche e dell’uomo-uccello (Zarathustra), dal tenore Gian Luca Pasolini nei ruoli di Paul Rée e di un servitore, dal tenore Mathias Schulz nel ruolo di Rainer Maria Rilke, dal baritono Roberto Abbondanza nel ruolo di Friedrich Carl Andreas, dal mezzosoprano Julie Mellor nei ruoli (in parte parlati) di Malwida von Meysenbug e della signora von Salomé, dal tenore Marcello Nardis nei ruoli (in parte parlati) di Hendrik Gillot e del professor Kinkel e dall’attore Alessandro Bressanello nei ruoli del servitore II e del contemporaneo che ha molto viaggiato.
Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice rinnoverà l’ormai pluriennale collaborazione con la Facoltà di Design e Arti dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Regia, scene, costumi, luci e proiezioni saranno dunque ideati dal Laboratorio di teatro musicale del Corso di Laurea magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro della Facoltà di Design e Arti IUAV, coordinato da Walter Le Moli e guidato dai tutors Luca Ronconi, Franco Ripa di Meana, Margherita Palli, Gabriele Mayer, Claudio Coloretti, Alberto Nonnato, Luca Stoppini, Camillo Trevisan, Massimiliano Ciammaichella, Stefano Collini e Alice Biondelli.
La recita di sabato 21 gennaio 2012, che sarà trasmessa in diretta da Rai Radio3, sarà seguita da tre repliche, martedì 24 (turno D) e giovedì 26 (turno E) alle 19.00, sabato 28 (turno C) alle 15.30.
Giuseppe Sinopoli (Venezia, 2 novembre 1946 – Berlino, 20 aprile 2001) è stato uno dei protagonisti intellettuali e musicali del nostro tempo. Di origini siciliane, nacque a Venezia e presso il Conservatorio Benedetto Marcello studiò armonia e contrappunto, per poi perfezionarsi a Darmstadt (1968-69) e a Vienna. Negli stessi anni conseguiva la laurea in medicina all’Università di Padova (1972) e rivolgeva i suoi interessi verso la psicanalisi. Iniziata l’attività direttoriale con la musica contemporanea, Sinopoli ampliò successivamente il suo repertorio fino a comprendere il teatro di Verdi, Wagner, Richard Strauss e Puccini oltre al repertorio sinfonico e corale dell’Ottocento di matrice austro-tedesca. A capo di compagini orchestrali di massimo prestigio, egli si impose all’attenzione del mondo musicale grazie all’originalità delle sue interpretazioni: pur nella fedeltà alla pagina scritta, Sinopoli seppe illuminare all’interno e dall’esterno la musica da lui proposta, la quale pertanto risultava solidamente ripensata in senso costruttivo e collocata creativamente nella temperie d’origine. Si pensi ad esempio alla sua lettura di Brahms, sentito come antecedente di Mahler, o di Puccini, liberato da incrostazioni veristiche e ricollocato invece nello snodo decisivo della musica europea tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo seguente.
Questo geniale direttore ebbe interessi vasti e multiformi. Oltre a coltivare l’archeologia e la scrittura (si pensi a Parsifal a Venezia, 1991, in cui il girovagare notturno per la città lagunare si trasforma in un suggestivo percorso iniziatico ed esoterico scandito dai temi wagneriani), Sinopoli fu anche compositore in proprio e il suo catalogo annovera brani per vario organico come Numquid et unum per flauto e clavicembalo (1970), i pezzi per orchestra Opus Daleth (1970) e Opus Ghimel (1971), la cantata Opus Shir (1971), Numquid per ensemble da camera (1972), Souvenirs à la memoire (1973-1974), Pour un livre à Venise (1975), il ciclo Tombeau d’armor da Tristan Corbière (1975-1977), Requiem Hashshirim per coro a cappella (1976), Archeology City Requiem (1976) e il Kammerkonzert (1978). A questi titoli va aggiunta Lou Salomé, unica opera teatrale, incentrata su un personaggio storico, l’intensa e intelligente fanciulla russa capace di suscitare passione in Friedrich Nietzsche e Rainer Maria Rilke, andata sposa all’iranista Friedrich Carl Andreas e in seguito discepola di Sigmund Freud.
Quest’opera in due atti, scritta su commissione della Bayerische Staatsoper, fu per l’istituzione diretta allora da Wolfgang Sawallisch un’iniziativa di grande impegno: il compositore poté disporre a sua discrezione di organici corali e orchestrali molto ampi e la regia fu affidata a Götz Friedrich, uno dei massimi artisti nella Germania del tempo. Lou Salomé di Giuseppe Sinopoli, su libretto di Karl Dietrich Gräwe, andò in scena per la prima volta il 10 maggio 1981 nel Nationaltheater di Monaco di Baviera sotto la direzione musicale dello stesso compositore. Proprio quest’opera, caratterizzata da un eclettismo stilistico sospeso tra riflessione intellettuale e partecipazione emotiva, dimostra quanto la composizione musicale fosse importante per Sinopoli: in essa si rende particolarmente evidente «l’intenzione a lui peculiare di reinterpretare il mondo odierno alla luce del passato e trarre da questo stesso passato i germi delle inquietudini contemporanee» (Bruno Cerchio).
Dopo la prima esecuzione la partitura fu ritirata e l’opera non fu mai rieseguita. Sinopoli avrebbe voluto rimettere mano a questo lavoro, ma in realtà non vi ritornò mai e anzi dopo il 1981 abbandonò l’attività compositiva per dedicarsi esclusivamente alla direzione d’orchestra. A distanza di trent’anni dalla prima rappresentazione di Lou Salomé e di dieci anni dalla prematura scomparsa di Sinopoli è certo giunto il momento di rendere omaggio al grande musicista veneziano e di rileggere i suoi esiti creativi e intellettuali con fedeltà, ma al tempo stesso mettendo a frutto la lezione di libertà, di accesa passione e di indipendenza creativa che egli stesso ha voluto consegnarci.