Industria europea -1%: serve fiducia per rilancio produzione
La produzione manifatturiera è oggi superiore del 13% rispetto al minimo registrato agli inizi del 2009 ed è inferiore di circa il 9% rispetto al picco dei primi mesi del 2008. Inoltre, anche se il settore farmaceutico, dell'altro materiale da trasporto, delle bevande e degli alimenti sono in crescita, va tenuto presente che si registrano cali particolarmente accentuati nel settore tessile, nell'arredamento, nei pellami, nella stampa e nelle industrie informatiche. Prospettive incoraggianti giungono invece dalle previsioni sui servizi, turismo compreso, ma la resa di tale settore dipenderà dalla situazione economica generale.
Dopo una rapida ripresa in seguito alla crisi economica, la produzione manufatturiera si è stabilizzata e negli ultimi mesi ha addirittura registrato una contrazione. La fiducia rimane sui suoi livelli medi di lungo periodo ma appare scossa. Si ripercuotono negativamente sulle dinamiche della ripresa anche il continuo rincaro dei prezzi energetici, il consolidamento fiscale e il difficile accesso ai finanziamenti. Le incertezze sull'economia europea alla luce della crisi del debito sovrano nella zona euro hanno avuto effetti negativi sugli investimenti e le aziende hanno frenato la produzione per evitare l'accumulo di scorte. La produzione nel settore delle costruzioni è ai suoi minimi e una ripresa limitata nel settore dell'ingegneria civile è stata controbilanciata dalla perdurante debolezza dell'edilizia abitativa.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per le imprese e l'industria, ha affermato: “Queste cifre sono effettivamente deludenti, a causa della mancanza di fiducia, e potrebbero essere migliori. I dati di cui disponiamo confermano che la competitività dell'industria europea è migliorata, ma è la mancanza di fiducia a frenare gli investimenti dell'industria. Negli ultimi giorni abbiamo registrato segnali incoraggianti, ad esempio sul mercato nord americano. Se l'industria europea e in particolare i milioni di PMI industriali recuperano fiducia avremo la capacità per uscire in modo morbido dalla crisi. Dobbiamo saper cogliere questa opportunità!”
Più che le esportazioni al di là dei confini dell'Unione, sono gli scambi fra i Paesi UE, la domanda interna e i consumi privati ad essere contenuti e a procedere più lentamente rispetto al resto del mondo e in particolare ai paesi emergenti dell'Asia. Anche i dati relativi all'occupazione non sono particolarmente incoraggianti, con una contrazione di circa l'11% rispetto al massimo ciclico raggiunto nel 2008, ma la situazione varia notevolmente tra un Paese e l'altro. Mentre Eurostat, da cui risulta un calo dello 0,1% nella produzione industriale, esamina l'evoluzione mensile, la Commissione europea si basa su rapporti trimestrali e questo contribuisce a rendere i dati più significativi.
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