Voto Parlamento greco: dichiarazione del Vice-Pres. Rehn
"Accolgo con favore il voto positivo del Parlamento greco sul secondo programma per la Grecia. Il voto di ieri è espressione della volontà, prevalente nel paese, di porre fine alla spirale di insostenibilità delle finanze pubbliche e di perdita di competitività.
Come sottolineato la settimana scorsa dall'Eurogruppo, questo programma sarà supportato da un'assistenza finanziaria senza precedenti da parte dei partner della Grecia, come espressione della loro concreta solidarietà e sincera preoccupazione. La Commissione europea rimane fortemente impegnata a rafforzare l'assistenza sul terreno per l'amministrazione greca.
Nelle ultime settimane ci sono state tensioni sia in Grecia sia all'interno dei paesi partner. La correzione dei gravi squilibri che interessano l'economia greca e il ripristino delle condizioni per la crescita e l'occupazione rappresentano uno sforzo a lungo termine. Ci vorrà ancora tempo e fatica da parte della società greca. L'UE continua a sostenere il popolo greco. Le autorità greche e le forze politiche dovrebbero fare proprio il secondo programma, e quindi attuarlo pienamente, al fine di garantire il ritorno del paese alla crescita economica sostenibile e aumentare l'occupazione.
È evidente che il modello economico che la Grecia stava perseguendo fino al 2009 non poteva avere ulteriori possibilità di essere applicato, in quanto portatore di gravi squilibri e incertezze. Il programma da attuare ora è indubbiamente molto esigente, ma spianerà la strada al risanamento della situazione economica. In ogni caso, la Grecia avrebbe dovuto adottare la maggior parte delle misure proposte già molti anni fa, anche in assenza di tale programma, al fine di equilibrare la sua economia e stimolare la crescita sostenibile e l'occupazione.
Vorrei inoltre unire la mia voce al governo greco nel condannare la violenza inaccettabile che ha avuto luogo ieri ad Atene. Questi individui non rappresentano la stragrande maggioranza dei cittadini greci che sono realmente preoccupati per il futuro del loro paese".
Bruxelles, 13 febbraio 2012
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