La rete GPS più grande al mondo
La rete GPS più grande al mondo. Il progetto denominato “Alps GPS Quakenet” rientra nel programma comunitario Interreg III B riservato allo spazio alpino, ha come capofila l’Università di Trieste e coinvolge oltre all’Italia, l’Austria, la Francia, la Svizzera, la Germania e la Slovenia. In totale sono stati installati su tutto l’arco alpino 33 GPS fissi di precisione distribuiti sulla catena alpina in corrispondenza di limiti di placca o strutture tettoniche significative. L’insieme dei GPS, integrata con le stazioni già esistenti sull’arco alpino, crea una rete che misura costantemente i movimenti della crosta terrestre mandando le informazioni al centro di raccolta dati dell’Università di Trieste. Considerando che la crosta terrestre può subire movimenti di qualche centimetro all’anno il monitoraggio continuo degli spostamenti che avvengono tra una postazione GPS e l’altra, consente di controllare esattamente i movimenti crostali locali. «Per la prima volta – ha spiegato Karim Aoudia, geofisico dell’Università di Trieste - è possibile affrontare un approfondito studio dell’area alpina che rappresenta un’importante parte del fronte di collisione fra l’Africa e l’Eurasia allo scopo di attuare un’attiva politica di controllo del territorio per prevenire i rischi naturali».
Le stazioni in Veneto. In Veneto il Dipartimento ARPAV di Belluno ha installato tre stazioni. In provincia di Belluno, sulla sommità del monte Avena a oltre 1400 metri di altitudine dove esiste già una stazione meteorologica dell’Agenzia su una zona caratterizzata da forti deformazioni e sollevamenti recenti. La seconda stazione è a Montebelluna (TV) nell’area del Montello, esattamente in località “Tre Pini”, che rappresenta uno dei principali affioramenti di strutture geologiche risalenti al Miocene, zona anche questa caratterizzata da forti deformazioni e sollevamenti recenti e infine l’ultima stazione è collocata sui monti Lessini a Boscochiesanuova (VR), vicino alle zone sismicamente attive del lago di Garda. Oltre a fornire a lungo termine informazioni sui movimenti della crosta terrestre, la rete consente di effettuare rilievi topografici ad alta precisione utili per le amministrazioni locali e per uso privato. «Un ulteriore importante utilizzo- sottolinea Andrea Drago, direttore generale ARPAV - sarà per la previsione di fenomeni che possano interessare l’incolumità pubblica, a tale scopo tra breve sarà siglato un accordo con la Protezione Civile del Veneto».
I partners del progetto. Oltre ad ARPA Veneto partecipano al progetto, coordinato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Trieste, ARPA Piemonte, l’Università Joseph Furier di Grenoble, l’Accademia di Scienze della Baviera, l’Istituto Tedesco di Ricerca Geodetica, il Servizio Geologico della Provincia di Bolzano, il Servizio Geologico della Provincia di Trento, la Regione Lombardia, la Regione Liguria, l’Agenzia per l’Ambiente della Slovenia, l’Ufficio Federale di Topografia della Svizzera.
Ufficio Stampa