No al furto delle Tesorerie Venete
“Siamo di fronte ad un furto in piena regola, una rapina, -prosegue il Presidente- aggravate da un processo centripeto che priverà i nostri comuni, provincie e la stessa Regione Veneto delle loro casse che contengono i soldi delle tasse che –ricorda Sbalchiero- abbiamo versato noi cittadini. Una svolta centralista aberrante che rischia di danneggiare anche il tessuto produttivo del territorio visto che bisognerà chiedere autorizzazione a Roma per qualsiasi spesa”.
“La nostra regione –dichiara Sbalchiero- ha inoltre dei motivi in più delle altre per opporsi al provvedimento contenuto nel decreto sulle liberalizzazioni. Le sue Amministrazioni sono le più virtuose d'Italia sia nella gestione, nell’equilibrio economico sin’anche per efficienza e autonomia. Una prova di maturità che dovrebbe indurre chi ci governa ad ipotizzare passi avanti nel processo di attuazione del federalismo e non il contrario”.
“Condividiamo ed appoggiamo – conclude Sbalchiero – l’azione di legittima difesa del nostro Governatore Zaia che ha già bloccato la prima tranche pari al 50% che doveva essere trasferita a Roma, alla Tesoreria centrale, entro il 29 febbraio e soprattutto ci riconosciamo nel ricorso al TAR. Azioni che hanno portato la commissione Industria di Palazzo Madama a chiudere la partita dei ritocchi al decreto liberalizzazioni inserendo un sostanziale rinvio del nodo tesoreria unica a un eventuale emendamento da presentare probabilmente al decreto fiscale, anticipato per ora da due semplici ordini del giorno al Senato per impegnare il Governo a ridurre al minimo la durata temporale della misura”.
“Un primo passo indietro che non ci tranquillizza affatto”
(Fonte: Confartigianato Veneto)
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