Innovazione, dai tori latte a maggiore attitudine casearia
Un primato importante, frutto di una ricerca accurata presentata presso l’Azienda ValleVecchia di Veneto Agricoltura a Caorle (Ve) nel nuovo “Centro Tori” - inaugurato nei giorni scorsi, di Intermizoo alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Franco Manzato, dell’Amministratore Unico di Veneto Agricoltura e Presidente di Intermizoo Paolo Pizzolato e di altre quattrocento persone.
L’Italia conta ben 44 dei 203 formaggi a Denominazione di Origine. Oltre alle produzioni tutelate possiede un patrimonio unico di prodotti di valenza locale o di nicchia, molto apprezzate da consumatori sia italiani che esteri. Il 75% del latte italiano è destinato alla produzione di formaggi, la metà dei quali è DOP.
Un patrimonio da tutelare e possibilmente da valorizzare. “ E' un esempio concreto – ha sottolineato Manzato – di come la collaborazione tra Regione Veneto, enti strumentali, mondo accademico ed imprenditoria possa dare risultati importanti. Una collaborazione lungimirante per il comparto allevativo regionale e per l’intera filiera. Questa è la direzione giusta”. Gli ha fatto eco Pizzolato che ha sottolineato “l’esigenza di fare squadra per trovare una nuova competitività. Intermizoo intende continuare su questa strada e supportare l’appetibilità del Made in Veneto nel mondo, migliorando anche nel marketing”.
Avviata da Intermizoo e Veneto Agricoltura attraverso i suoi laboratori di Thiene, con “Veneto Cheese” ovvero il Distretto Veneto Lattiero Caseario, insieme al Dipartimento di Scienze Animali dell’Università di Padova - Prof. Martino Cassandro (da oggi Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente - DAFNAE), ARAV ed Intermizoo, lo studio, frutto del lavoro di ricerca applicata, sperimentazione e innovazione ha raggiunto conclusioni rivoluzionarie per il comparto per disporre di un latte idoneo alla trasformazione casearia; cioè: elevato contenuto di grasso e soprattutto di caseina; contenuto di cellule somatiche basso; attitudine casearia ottimale. In generale, l’attitudine casearia può essere definita come la capacità del latte a reagire con un coagulante ed a formare una cagliata di consistenza idonea e nei tempi ottimali per la lavorazione. Un latte con un’attitudine casearia ottimale può avere una resa dal 2 al 10% superiore al latte con un’attitudine casearia scadente. Un latte con un’attitudine casearia ottimale produce un formaggio che non ha problemi durante la stagionatura avendo una pasta più asciutta e compatta, senza imperfezioni e risultando più equilibrato nel gusto e nell’aroma.
Su questo ultimo punto è stato attivato lo studio presentato, con risultati come detto “rivoluzionari”: e’ possibile migliorare geneticamente il latte aumentandone l’attitudine casearia perché questa caratteristica è legata all’ereditabilità. Primo risultato concreto: la ricerca ha portato alla creazione oggi di un catalogo specifico di tori miglioratori per razza di appartenenza.
Dal 2000 ad oggi, il settore lattiero-caseario ha avuto un trend positivo. Pur diminuendo il consumo interno di formaggi è cresciuto di gran lunga l’export. E proprio per questi motivi la sperimentazione ha visto il diretto coinvolgimento delle imprese casearie e delle associazioni produttori come l’Aprolav, Agriform, Consorzio Provinciale Zootecnico e Lattiero Caseario di Vicenza, Lattebusche, Latterie Venete, Latterie Vicentine, Toniolo Casearia e Latteria di Soligo.
(Fonte: Veneto Agricoltura)