Vino veneto: più vigneti, meno aziende
Il fenomeno Prosecco, dopo la revisione della denominazione avvenuta nel 2009 con la nuova OCM, incide significativamente sulle caratteristiche strutturali della vitivinicoltura veneta. La varietà Glera (dalle cui uve si ottiene il vino prosecco) è il primo vitigno del Veneto con una quota del 25,7%, seguito a notevole distanza da Garganega (13,4%), Merlot (10,1%), Pinot grigio (9,8%) e Corvina (8,3%). I dati relativi alla produzione dichiarata di uve a denominazione di origine confermano il primato della DOC Prosecco con una quota del 34,5%, seguita dal Valpolicella con uno share del 14,6%. Al terzo posto ancora Prosecco: la DOCG Conegliano-Valdobbiadene con il 13,6% precede due denominazioni veronesi (Soave 10,6% e Bardolino 6,4%).
Dal punto di vista commerciale il 2011 è stata un’annata positiva dopo la crisi del 2009 e i segnali di ripresa osservati nel 2010. Il prezzo medio delle uve registrato presso le borse merci del Veneto è aumentato del 27%, mentre secondo le rilevazioni Ismea il prezzo medio all’origine dei vini bianchi DOC-DOCG al mercato di Treviso è salito su base annua del 28,7% e quello dei vini rossi DOC-DOCG sulla piazza di Verona del 31,9%. In aumento anche le esportazioni di vino italiano, delle quali il Veneto detiene la “quota di maggioranza” del 29,6%. I dati Coeweb-Istat indicano un incremento pari al 9,3% in quantità e al 12,4% in valore rispetto all’anno precedente. A tali risultati ha senza dubbio contribuito il Prosecco, considerando che gli spumanti DOP italiani hanno registrato nel 2011 un incremento delle vendite all’estero del 39% in valore, con punte di +63% negli Stati Uniti e +51% nel Regno Unito.
(Fonte: Veneto Agricoltura)