Energy for all: EU support for developing countries
L’Unione europea è il principale donatore di aiuti destinati a migliorare l’accesso ai servizi energetici nei paesi in via di sviluppo, nel 2010 la sola Commissione europea ha destinato circa 278 milioni di euro a programmi sull’energia. Secondo un recentissimo sondaggio: flash Eurobarometro 348 “Energy for all: EU support for developing countries” condotto telefonicamente, tra il 19 e il 21 marzo 2012,su un campione di 13 528 cittadini, il 95 per cento degli europei considera l’accesso all’energia un fattore essenziale per superare la povertà, e nove cittadini europei su dieci sono del parere che l’UE debba sostenere l’approvvigionamento energetico nei paesi in via di sviluppo.
“Prendo atto con soddisfazione che gli europei individuano nell’energia un prerequisito vitale per permettere ai paesi in via di sviluppo di uscire dalla povertà. L’energia è un fattore essenziale per garantire salute, istruzione, cibo e per soddisfare tutti i bisogni di base. Investire affinché i paesi più poveri abbiano accesso all’energia pulita, vuol dire realizzare un duplice obiettivo: favorire una crescita sostenibile e inclusiva e attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici”, ha commentato Andris Piebalgs, Commissario europeo per lo sviluppo, aggiungendo: “Al prossimo vertice europeo sull’energia, l’Unione europea annuncerà che intende dare avvio a una nuova fase: ‘energizzare lo sviluppo energetico’. Continueremo a fare da guida sul cammino dei paesi in via di sviluppo verso l’accesso universale all’energia”.
Dal sondaggio emerge che gli europei ritengono a vasta maggioranza (95 per cento) che l’approvvigionamento energetico sia importante per superare la povertà (il 61 per cento molto importante e il 34 per cento abbastanza importante). Il peso attribuitogli è di poco inferiore a quello di altri fattori proposti dal sondaggio, come acqua e impianti igienico-sanitari (100 per cento), cibo (98 per cento) o pace e sicurezza (99 per cento).
Per il 90 per cento degli intervistati l’Unione europea deve sostenere gli sforzi dei paesi in via di sviluppo per migliorare l’approvvigionamento energetico. Quanto alla percentuale di aiuti allo sviluppo destinati dall’Unione a migliorare l’approvvigionamento energetico, l’82 per cento ritiene che il livello debba essere superiore all’attuale 2 per cento.
Le energie rinnovabili – energia eolica, solare e idraulica – sono individuate come principali fonti energetiche future dei paesi in via di sviluppo (77 per cento dei rispondenti) e solo in pochi ritengono che vada data priorità a petrolio, carbone e gas (7 per cento), energia nucleare (6 per cento) o biomassa (4 per cento).
Non avere accesso all’energia è per la maggior parte dei rispondenti la principale fonte di difficoltà, soprattutto per la cottura e la conservazione dei cibi e l’accesso alle cure mediche.
L’83 per cento delle persone intervistate ritiene infine che il sostegno dell'UE ai paesi in via di sviluppo per migliorare l’approvvigionamento energetico sia vantaggioso per la stessa Unione, in termini ad esempio di scambi o di creazione di posti di lavoro (41 per cento completamente d’accordo; 42 per cento tendenzialmente d'accordo).
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)
nella foto: Andris Piebalgs, Commissario europeo per lo sviluppo
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