Voucher agricoltura: strumento di semplificazione e trasparenza
Entro questi limiti, afferma il presidente di Confagricoltura Veneto Giangiacomo Bonaldi, i voucher, che esistono dal 2008, rappresentano un’innovazione importante non solo per l’impresa, che può servirsi in maniera regolare e agevole sul piano burocratico di questi lavoratori occasionali, ma per i lavoratori stessi, che possono percepire un reddito in modo trasparente e godendo delle necessarie tutele assicurative. E’ evidente, infatti, che l’alternativa al voucher, per queste categorie di persone, è il lavoro nero: una soluzione che Confagricoltura Veneto respinge con fermezza.
Quindi, continua Giangiacomo Bonaldi, se sono comprensibili le proteste dei sindacati contro il disegno di legge Fornero che vuole estendere l’uso dei voucher a tutti i lavoratori senza eccezione, meno comprensibile è l’ipotesi di mediazione avanzata con l’emendamento Castro e Treu: vietare il voucher alle imprese agricole con fatturato superiore ai 7 mila euro annui, infatti, significa penalizzare le realtà produttive più avanzate e presenti sul mercato.
La proposta del ministro Fornero, infatti, può essere discutibile perché allarga l’uso del voucher al punto tale da rischiare di alterarne l’identità originale; ma l’emendamento presentato è concettualmente errato, perché talmente restrittivo da svuotare questo strumento di un’utilità concreta per le nostre imprese.
Buon senso vorrebbe, precisa il presidente di Confagricoltura Veneto, che si lasciasse la situazione così com’è adesso, permettendo l’uso del voucher alle imprese agricole di qualunque dimensione ma limitandolo a quelle categorie di persone che non rientrano negli schemi contrattuali tipici del lavoro dipendente: una situazione che era ormai accettata dai sindacati, seppure con un livello di convinzione non identico per tutte le sigle, e non ha mai messo a rischio la fisionomia del rapporto di lavoro subordinato in agricoltura.
Giangiacomo Bonaldi conclude sottolineando che, secondo i dati forniti dall’INPS e ripresi dall’assessore Manzato, il Veneto agricolo ha dimostrato di saper fare un uso intelligente dei voucher: sono 591 mila quelli utilizzati per attività stagionali e 463 mila per attività non stagionali, per un totale che corrisponde a circa 210 mila giornate di lavoro, pari all’8% delle giornate lavorative dei dipendenti agricoli a tempo determinato. Un uso, dunque, non esagerato, ma comunque significativo e rispondente a reali necessità delle imprese agricole, che anche in questo modo dimostrano di desiderare trasparenza e legalità in una modalità di lavoro a rischio sommerso come quello occasionale.
(Fonte: Confagricoltura Veneto)
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