Terremoto Emilia Romagna: attenzione a rischio idrogeologico
Il sommovimento tellurico ha infatti causato franamenti in alcuni alvei, pregiudicando il regolare deflusso delle acque: in particolare, nel modenese, il locale consorzio di bonifica sta operando lungo il Canale Diversivo di Burana (a Mirandola si registra una frana di circa 600 metri; a Massa Finalese si lavora per impedire che il crollo di un fabbricato industriale ostruisca il letto) ed il canale Vallicella (a Finale Emilia si è verificata una frana lunga un centinaio di metri); analoghi fenomeni si stanno verificando nel ferrarese, l’area dove maggiori sono le conseguenze sismiche a danno della realtà della Bonifica.
Gravemente lesionata, al punto di pregiudicarne la stabilità e la funzionalità di buona parte dell’edificio, è la storica sede del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara nel centro della città estense.
Danni diffusi alle opere idrauliche, pur non tali da impedirne la funzionalità, sono segnalati anche nei comprensori del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale e del Consorzio Canale Emiliano Romagnolo; a destare le maggiori preoccupazioni statiche sono i tanti ponti, soprattutto storici, che evidenziano fessurazioni.
Non dovrebbero, invece, esserci rilevanti conseguenze per l’attività di irrigazione anche se sono stati arrestati, per verifica, gli impianti pluvirrigui di Mirandola, Massa Finalese e Camposanto.
Secondo i primi dati, raccolti dall’Unione Regionale Bonifiche Emilia Romagna, i danni subiti dagli enti consortili ammonterebbero a diversi milioni di euro, ancora in fase di quantificazione.
“Nell’esternare la nostra vicinanza alle tante persone colpite dal drammatico evento – afferma Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) – intendiamo tranquillizzare sulla piena operatività delle strutture dei Consorzi di bonifica, allertatesi subito, d’intesa con le autorità deputate ai soccorsi, per evitare che ulteriori conseguenze possano colpire un territorio già martoriato.”