L’Italia sa
Gli abitanti sono proiettati in una dimensione sconosciuta, gli animi sobbalzano sotto quelle scosse impetuose, come un mare in tempesta.
Non c’è pietà né differenza alcuna quando la terra vibra, si spacca, ondeggia, sussulta.
E il rumore terrorizza. Il boato sbuca dalle viscere, penetra nello stomaco prima che nelle orecchie, sembra un animale in procinto di sbranarti.
Non ti guarda in faccia, ti attacca alle spalle e ti toglie due certezze indiscutibili dell’esistenza: la terra sotto i piedi e un tetto sopra la testa.
Ma il terremoto in Emilia Romagna, oltre alle case, si è portato via anche le fabbriche, le stalle, i capannoni, le chiese. E con essi gli operai, le donne, i preti, gli animali, il cibo.
Sì, anche i prodotti di questa splendida e solare terra, i frutti del costante e faticoso lavoro di gente laboriosa, vivace, sempre allegra, sanguigna come il vino, agrodolce come l’aceto, stagionata dal tempo, come il grana.
Ma proprio il vostro carattere, la vostra determinazione, la vostra alacrità, il vostro impegno, il vostro ingegno, la vostra solidarietà, la vostra serietà vi permetteranno di risorgere.
E l’Italia sa che rivedremo nelle pianure i filari del Sangiovese, del Lambrusco, sentiremo per le vie dei borghi, nelle sagre di paese il suono della fisarmonica, invidieremo i ciclisti, come puntini colorati, che si rincorreranno tra i sentieri dei colli e dei monti di questa armoniosa terra.
Tutta l’Italia sa che una gran parte del suo sviluppo è nato e cresciuto in queste terre, in queste case, in queste fabbriche, in queste stalle, in questi campi.
L’Italia sa che senza la storia dell’Emilia Romagna la Resistenza avrebbe dovuto aspettare più tempo per liberarci dall’invasore.
L’Italia sa che senza l’arte dell’Emilia Romagna i nostri libri sarebbero più sottili.
L’Italia sa che senza le canzoni dell’Emilia Romagna, dalle balere di Casadei a Pavarotti, da Lucio Dalla a Ligabue, da Vasco a tanti altri, la musica sarebbe stata molto più povera.
L’Italia sa che senza lo sport dell’Emilia Romagna campioni come Valentino Rossi avremmo dovuto vederli gareggiare magari in paesi esteri.
L’Italia sa che senza quelle mucche e quei maiali non avremmo avuto un patrimonio enogastronomico da far invidia al resto del mondo.
L’Italia sa e aspetta che L’Emilia Romagna torni come prima.
L’Emilia Romagna deve sapere che faremo di tutto per riportarcela a casa, come si fa con un amatissimo figlio gravemente ammalato.
Cristina De Rossi
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