Se emergenza è il terremoto, il rischio prossimo è acqua
A ciò vanno aggiunte le gravissime lesioni, che si registrano lungo centinaia di metri di argini, che contengono le acque di canali “pensili”, che scorrono anche 7 metri sopra il piano campagna; a rischio di allagamento sono comunità già provate dal fenomeno tellurico quali quelle di Cavezzo, Medolla, Concordia, ecc. .
E’ una “corsa contro il tempo” anche per cercare di riattivare quanto resta della rete d’irrigazione, evitando di pregiudicare i raccolti in una delle aree più pregiate dell’agricoltura italiana. Sono inagibili l’impianto irriguo modenese di Concordia (a servizio di 2.500 ettari a frutteto) e quello di Sabbioncello nel comune mantovano di Quingentole (a servizio di 18.000 ettari vocati all’ortofrutta); a forte rischio di chiusura, per inagibilità, è anche l’impianto Ubertosa, nel comune di Poggio Rusco (irriga 10.000 ettari tra seminativi, frutteti e coltivazioni ortofrutticole). E’ invece già sospesa l’irrigazione su un’area di 26.000 ettari nel modenese (da Novi di Modena a Carpi e Campogalliano) dove, oltre alla frutticoltura ed alla produzione di Parmigiano Reggiano, sono presenti alcune risaie.
“E’ indispensabile che il Governo assuma concreta consapevolezza del grande rischio idraulico, che grava sulla zona – afferma Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. - Per questo, martedì prossimo, effettueremo, assieme al Sottosegretario all’Agricoltura, Franco Braga, un sopralluogo agli impianti idraulici dell’area. Sono necessari interventi urgenti, affinchè ad una tragedia non ne seguano altre di diversa natura."