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ECN: con norme concorrenza bene a tutto settore alimentare

03/06/2012
La Rete europea della concorrenza (ECN) ha pubblicato una relazione secondo la quale l’applicazione delle norme di concorrenza nel settore alimentare in tutta l’Europa, in particolare a livello della trasformazione e produzione, ha esercitato un effetto benefico su agricoltori, fornitori e consumatori. Negli ultimi anni il settore alimentare ha rappresentato una priorità per le autorità nazionali garanti della concorrenza in Europa che, dopo l’esplosione della crisi dei prezzi alimentari nel 2007, hanno intensificato la loro azione. Fanno parte dell’ECN la Commissione e le autorità garanti della concorrenza dei 27 Stati membri.

Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione e responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato: “Le autorità garanti della concorrenza di tutta l’Europa si stanno impegnando a fondo per garantire che i mercati alimentari funzionino sia per i fornitori che per i consumatori. Quando vi sono stati casi di comportamento anticoncorrenziale a qualsiasi livello della catena di approvvigionamento alimentare, le autorità garanti della concorrenza li hanno affrontati rapidamente. Ma si potrebbe fare di più: alcuni produttori potrebbero riorganizzare le loro attività mettendole insieme per risultare più efficaci; gli inutili ostacoli normativi a livello del dettaglio che ancora sussistono in alcuni paesi potrebbero essere eliminati. Le autorità garanti della concorrenza sono pronte ad affrontare tali problematiche a livello nazionale e dell’UE”.

La relazione fornisce informazioni dettagliate sul funzionamento della concorrenza nel settore alimentare sulla base delle attività svolte più recentemente dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali garanti della concorrenza in questo settore (si veda il MEMO/12/373).

Dal 2004 al 2011 le autorità garanti della concorrenza hanno svolto indagini su oltre 180 casi di antitrust, preso circa 1.300 decisioni su concentrazioni e realizzato oltre 100 azioni di monitoraggio. Il maggior numero di casi ha riguardato la trasformazione e la produzione e, in misura minore, la vendita al dettaglio. Sono stati vietati oltre 50 cartelli per la fissazione dei prezzi, la ripartizione dei mercati e dei clienti e lo scambio di informazioni commerciali sensibili e sono state messe al bando le pratiche di esclusione nei riguardi di agricoltori e fornitori concorrenti.

Nelle loro attività di monitoraggio del mercato le autorità garanti della concorrenza hanno esaminato il funzionamento dei mercati alimentari riscontrando che, spesso, l’andamento sfavorevole del mercato era da attribuirsi a cause diverse dalla mancanza di concorrenza tra gli operatori di mercato.

Le autorità garanti della concorrenza hanno inoltre chiesto una riforma della regolamentazione che comprenda la modifica o la revoca di leggi che ostacolano lo sviluppo di negozi al dettaglio e l’adozione di codici o leggi per combattere le pratiche commerciali scorrette.

Infine, hanno invitato i produttori ad incrementare la loro efficienza e a consolidare la loro posizione nella catena del valore, ad esempio attraverso la creazione di cooperative.

Il settore alimentare resterà una priorità per le autorità garanti della concorrenza europee che attualmente stanno svolgendo indagini su circa altri 60 casi di antitrust e realizzando ulteriori azioni di monitoraggio. Come in passato, continueranno a coordinare i loro interventi mediante la Rete europea della concorrenza e a sviluppare ulteriormente tale cooperazione in futuro.

Contesto

La relazione risponde alle richieste di spiegazioni da parte dei membri del Parlamento europeo sulle attività svolte dalle autorità nazionali garanti della concorrenza nel settore alimentare. Essa fa inoltre seguito alla comunicazione della Commissione sul miglioramento del funzionamento della catena di approvvigionamento alimentare in Europa del 28 ottobre 2009.

La comunicazione ha chiesto un approccio comune tra le autorità garanti della concorrenza all’interno della Rete europea della concorrenza per individuare meglio i problemi endemici propri dei mercati dei prodotti alimentari e coordinare rapidamente gli interventi futuri.

(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)

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