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Rapporto Eurydice

07/06/2012
Rapporto EurydiceAnche se con approcci e politiche diverse, l'educazione alla cittadinanza è inclusa nel sistema scolastico di tutti i paesi europei. Quello che veramente manca è una specifica formazione degli insegnanti sul tema.

E' ciò che emerge dal rapporto stilato per la Commissione Europea da Eurydice, rete istituzionale che raccoglie, aggiorna, analizza e diffonde informazioni sulle politiche, la struttura e l’organizzazione dei sistemi educativi europei. La relazione, in particolare, fornisce un quadro della situazione attuale suddiviso in cinque temi principali: finalità e organizzazione dei curricula, partecipazione degli studenti e dei genitori nelle scuole, cultura scolastica e partecipazione studentesca nella società, valutazione, sostegno per i docenti e i responsabili degli istituti scolastici. La relazione rileva inoltre i progressi compiuti rispetto all'ultimo studio portato a termine sul tema nel 2005.

Le scuole in tutti i paesi europei hanno introdotto regole e raccomandazioni volte a incoraggiare le prassi e la partecipazione democratiche, ad esempio attraverso l'elezione dei rappresentanti di classe, i consigli e le rappresentanze studentesche degli organismi di gestione delle scuole.

Sono solo due paesi però, Regno Unito e Slovacchia, a offrire un'adeguata preparazione ai docenti sulle tematiche e i metodi che riguardano l'insegnamento agli alunni di ciò che riguarda l'educazione alla cittadinanza. La nuova sfida europea nel campo dell'istruzione sarà quindi migliorare le conoscenze e le competenze di professori e maestri per insegnare questa materia, ma anche stabilire metodi standardizzati di orientamento dei docenti nella valutazione degli alunni. Anche se alcuni paesi hanno ristrutturato negli ultimi anni i loro curricula nel settore dell'educazione alla cittadinanza, di rado queste riforme sono state introdotte nella formazione iniziale dei docenti o nei programmi continui di sviluppo professionale.

Androulla Vassiliou, Commissario per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "L'educazione alla cittadinanza sviluppa negli alunni le conoscenze, le competenze e i valori necessari per impegnarsi attivamente nella nostra società. Dobbiamo incoraggiare questo tipo di educazione poiché la partecipazione attiva è alla radice dei nostri valori democratici in Europa. Dobbiamo inoltre compiere maggiori sforzi per la formazione dei docenti in questo settore, in modo tale che i giovani siano incentivati a divenire cittadini attivi."

La relazione evidenzia un consenso generale sul fatto che l'educazione alla cittadinanza dovrebbe mirare a sviluppare il pensiero critico, le capacità e gli atteggiamenti analitici al fine di favorire una partecipazione attiva nella scuola e nella società.

Tutti i paesi hanno adottato orientamenti destinati a dare agli alunni un ruolo nella gestione della loro scuola e, inoltre, dal 2007 più della metà hanno attuato almeno un programma o progetto finanziato con fondi pubblici destinato a coltivare i valori e gli atteggiamenti collegati alla cittadinanza al di fuori della scuola. I programmi comprendono iniziative volte a incoraggiare gli alunni di diversi gruppi etnici e socioeconomici a partecipare ad attività congiunte (ad esempio la Lettonia ha lanciato un progetto di questo tipo) o a riunire gli alunni delle scuole primarie e gli anziani nelle case di riposo (la Francia è uno dei paesi che incoraggiano questi progetti "intergenerazionali"). In più di un terzo dei paesi europei, la partecipazione alle attività scolastiche o comunitarie è inoltre presa in considerazione al momento di valutare gli studenti.

Solo in questo modo si può aumentare la probabilità che i giovani si impegnino attivamente nella vita sociale e politica, sia all'interno dei loro paesi che a livello europeo o internazionale.

Nella foto: Androulla Vassiliou, Commissario per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù

(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)

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