La strategia UE contro la tratta di esseri umani
Secondo stime recenti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), in tutto il mondo sono 20,9 milioni le vittime sottoposte al lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale, tra cui 5,5 milioni di minori. Secondo Europol, i minori costretti a compiere attività criminali, come l’accattonaggio organizzato, sono acquistati come merci al prezzo di 20 000 euro. Si calcola che nelle economie sviluppate (Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Norvegia e paesi dell’UE) i lavoratori forzati siano circa 1,5 milioni, il 7% del totale mondiale. Molte delle vittime provengono infatti, da paesi terzi, anche se la tratta interna all’UE (cioè i cittadini dell’Unione vittime di tratta nell’Unione stessa) sembra in crescita.
I dati preliminari raccolti dagli Stati membri a livello dell’UE sono coerenti con quelli forniti da organizzazioni internazionali quali l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC). Tali statistiche indicano che tre quarti delle vittime individuate negli Stati membri dell’Unione sono oggetto di tratta a scopo di sfruttamento sessuale (il 76% nel 2010), altre sono invece sottoposte allo sfruttamento del lavoro (il 14%), all’accattonaggio (il 3%) e alla servitù domestica (l’1%). In una prospettiva di genere, i dati preliminari a disposizione mostrano che le donne e le ragazze sono le vittime principali della tratta di esseri umani: tra il 2008 e il 2010 le vittime erano per il 79% di sesso femminile (e il 12% di queste erano ragazze) e per il 21% di sesso maschile (di cui il 3% ragazzi). Sebbene, le vittime lottino per recuperare e reintegrarsi nella società, sono ancora troppo pochi i colpevoli puniti per questi crimini: raccolte di dati recenti mostrano che il numero di condanne in casi di tratta è diminuito da circa 1 500 nel 2008 a circa 1 250 nel 2010.
"Disgraziatamente la schiavitù non è stata ancora confinata ai libri di storia. È spaventoso vedere come ancor oggi gli esseri umani siano messi in vendita e costretti al lavoro forzato o alla prostituzione. Scopo centrale della nostra iniziativa è fare in modo che le vittime ottengano sostegno e che i trafficanti siano consegnati alla giustizia. Siamo ancora lontani dall’ottenerlo, ma il nostro fine non può che essere questo: eliminare la tratta di esseri umani", ha affermato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni.
Durante il periodo 2012-2016, l'Unione si impegna perciò ad attuare un insieme di misure e azioni concrete, risultato di ampie consultazioni di esperti, governi, società civile e organizzazioni internazionali, parti sociali e mondo accademico, ma anche delle stesse vittime, con lo scopo di rendere più efficaci e complete le pratiche già in corso.
Tra queste, emerge l’istituzione di unità nazionali di contrasto specializzate nella tratta di esseri umani e la creazione di squadre investigative comuni europee incaricate di perseguire i casi di tratta transfrontaliera. Per quanto riguarda la protezione e l'assistenza alle vittime, verrà creato un meccanismo specifico dell'Unione Europea per individuarle e dare loro supporto adeguato. Allo stesso tempo, l'UE si impegna a fornire alle vittime informazioni chiare sui diritti di cui godono in virtù della legislazione dell’UE e della normativa nazionale, in particolare il diritto all’assistenza e alle prestazioni sanitarie, il diritto di ottenere un permesso di soggiorno e i diritti nel campo del lavoro. Inoltre, saranno promossi progetti di ricerca che studino Internet e le reti sociali, in quanto strumenti di reclutamento sempre più pericolosi perché a disposizione dei trafficanti.
Verranno infine create specifiche istituzioni per combattere questo fenomeno: una Coalizione europea delle imprese contro la tratta di esseri umani per migliorare la cooperazione tra imprese e portatori d’interesse, ma anche, una piattaforma a livello dell’UE di organizzazioni e di prestatori di servizi della società civile che operano nel campo dell’assistenza alle vittime e della loro protezione negli Stati membri e nei paesi terzi.
La Strategia verrà dunque discussa in sede di Parlamento europeo e di Consiglio, ai quali la Commissione si impegnerà a riferire ogni due anni progressi raggiunti. Sarà un importante passo avanti nella lotta contro la tratta degli esseri umani, una schiavitù moderna che non può più essere ignorata e che deve invece essere debellata con un'azione coordinata, immediata ed efficace da parte dell'Unione Europea e dei principali attori istituzionali.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)
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