PMI: nuove iniziative per miglior accesso a finanziamenti
La Commissione, al fine di agevolare l'accesso ai finanziamenti, ha pubblicato una guida pratica contenente informazioni sul modo per accedere a più di 50 miliardi di EUR di finanziamenti pubblici nei 27 Stati membri. Tale guida presenta più di 120 programmi di finanziamento nazionali o regionali e fornisce informazioni chiave che possono aiutare le PMI a candidarsi per beneficiare dei diversi programmi indicandone le caratteristiche, i termini, le condizioni e le persone da contattare.
Inoltre, la Commissione ha pubblicato una valutazione dei programmi di finanziamento pubblico in 5 Stati membri (Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e Svezia), per scambiare buone pratiche e valutare quali programmi funzionino meglio e possano essere usati in altri paesi. Dalla valutazione emerge che i programmi di finanziamento pubblico devono avere un campo ben definito ed essere flessibili, in modo da poter essere modificati in caso di bisogno, come ad esempio nell'attuale crisi economica.
In secondo luogo, la Commissione ha avviato una campagna d'informazione su scala europea per la rete Enterprise Europe al fine di aiutare le PMI a ottenere accesso a finanziamenti. Le PMI possono mettersi in contatto con uno dei 600 partner della rete Enterprise Europe, i quali forniranno loro informazioni sull'UE e sulle fonti nazionali di finanziamento. Il Vicepresidente Tajani discuterà inoltre con i rappresentanti delle PMI gli eventuali soggetti di un piano d'azione "Imprenditorialità" che il Vicepresidente Tajani vorrebbe proporre dopo le vacanze estive per incoraggiare la creazione di nuove imprese e di posti di lavoro. Tale piano intende affrontare gli ostacoli che scoraggiano i potenziali imprenditori a creare una propria azienda. Esso comprenderà anche misure per incoraggiare un maggior numero di persone a mettersi in proprio.
Possibili ambiti d'azione sono, ad esempio, l'agevolazione dei trasferimenti di imprese. A questo proposito, infatti, annualmente 150 000 imprese con 600 000 posti di lavoro vanno perdute perché i proprietari vanno in pensione o passano ad altre attività.
Un altro aspetto che verrà preso in considerazione è la creazione di procedure efficienti in caso di bancarotta e la possibilità di una seconda opportunità. Le statistiche dimostrano infatti che, il 96% di tutti coloro che fanno fallimento è costituito da persone oneste (ad esempio persone che falliscono a causa di ritardi di pagamenti); la disponibilità di procedure più celeri e più abbordabili per liquidare un'azienda e liberare i titolari dalla stigmatizzazione della bancarotta potrebbe stimolare la creazione di imprese.
Una categoria che richiede particolare attenzione è quella dei giovani, ovvero gli imprenditori del futuro. Tendenzialmente, i giovani sono più inclini ad avviare una propria impresa quando hanno seguito un programma "imprenditorialità" durante l'istruzione primaria o secondaria.
Anche per le donne, il più grande bacino non sfruttato di potenzialità imprenditoriali in Europa, ci sarebbe molto da fare. Quest'ultime si trovano ad affrontare diverse difficoltà nella gestione di un'impresa e rappresentano soltanto un terzo dei lavoratori autonomi nell'UE.
Non possiamo infine dimenticare l'arricchimento apportato dagli anziani grazie ai quali le conoscenze imprenditoriali restano attive. A questo proposito, i cittadini di più di cinquant'anni recano un notevole know-how e una preziosa esperienza per l'avvio e la gestione di un'impresa.
Antonio Tajani, il Vicepresidente della Commissione europea responsabile per le imprese e la politica industriale, ha affermato in data 15 giugno 2012: "Se vogliamo stimolare la crescita in Europa dobbiamo iniziare ovviamente dalle nostre PMI. Le potenzialità imprenditoriali in Europa non sono pienamente valorizzate: il 45% dei cittadini europei si metterebbe volentieri in proprio se potesse, ma oggi soltanto il 10% dei cittadini esercita un lavoro autonomo. Se potessimo innalzare tale percentuale disporremmo di milioni di nuove imprese innovative e creative che ringiovanirebbero la base economica dell'Europa, la renderebbero più solida, più fautrice di posti di lavoro e meglio resistente alle intemperie economiche."
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)
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