Evoluzioni europee verso i servizi e le tecnologie mobili
Il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), genera attualmente 8 milioni di posti di lavoro e rappresenta il 6% del PIL in Europa. Le tendenze più significative in tale settore sono il consumo di dati e il passaggio a tecnologie mobili (come gli smartphone) e a servizi mobili (come 3G, internet, streaming musicale e webmail).
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato: «I cittadini europei richiedono tecnologie e opzioni digitali, ma i governi e l'industria non soddisfano questa richiesta. L'attaccamento a mentalità politiche e a modelli imprenditoriali del XX secolo danneggia l'economia europea. È davvero un peccato».
Investendo in misura insufficiente ci procuriamo un danno. L'Europa sarà più facilmente eliminata dalla concorrenza internazionale se continueremo a restare inattivi senza sfruttare il grande potenziale europeo.
Tra i principali risultati emersi della scheda di valutazione per l'Agenda digitale europea (ADE) della Commissione riportiamo alcuni tra i maggiori sviluppi positivi: ormai quasi ovunque in Europa è presente la banda larga e il 95% degli europei dispone di una connessione fissa di questo tipo. Inoltre, l'adozione dell'internet mobile è cresciuta del 62%, sono circa 217 milioni gli abbonamenti a banda larga mobile. Gli utenti e le imprese stanno dunque passando all'internet mobile molto rapidamente.
Per la prima volta dal 2011 la maggioranza di cittadini europei economicamente svantaggiati ha utilizzato internet, anche se sono ancora uno su quattro quelli a non essersi mai collegati.
Infine, è doveroso sottolineare che la Grecia, il Portogallo e l'Irlanda hanno adottato l'amministrazione in rete per contribuire a mantenere la qualità dei servizi pubblici. Il maggiore incremento nell'offerta e nell'uso dell'amministrazione in rete si è verificato nelle economie con problemi finanziari (oltre alla Repubblica ceca), a riprova di quale importante ruolo svolga questo servizio nel successo delle riforme strutturali.
Nonostante i notevoli aspetti positivi tuttavia, persistono ancora alcuni settori problematici. Nel dettaglio, la metà della forza lavoro in Europa non ha competenze specifiche in materia TIC sufficienti per trovare o cambiare lavoro. Circa la metà della forza lavoro, infatti, non ritiene sufficienti le proprie competenze in fatto di computer e di internet; tali problematiche rendono difficile soddisfare le offerte di lavoro nel settore delle TIC, che è, come sottolineato precedentemente, settore in forte crescita.
Per quanto concerne gi acquisti online, solo una persona su dieci acquista su un sito web con sede in un altro Stato membro dell'UE. Le barriere linguistiche e le formalità burocratiche (come il rifiuto di consegna e le complicazioni in materia di diritti d'autore) rappresentano i maggiori problemi. L'attività di acquisto online rimane dunque circoscritta al territorio nazionale.
Anche nel settore industriale l'utilizzo del commercio elettronico non trova ampio spazio. La maggior parte delle piccole e medie imprese non fa acquisti né vende online e limita così le proprie esportazioni e le entrate potenziali.
Tali problematiche sono accentuate da investimenti nel campo della ricerca ancora troppo deboli se paragonati ai concorrenti europei. L'intensità di ricerca e sviluppo (R&S) nel settore delle TIC nell'Unione europea è attualmente pari a meno della metà dell'intensità di R&S nello stesso settore degli USA.
Infine, una questione da non sottovalutare sono gli onerosi addebiti per tariffe di roaming mobile che le società di telecomunicazioni continuano a imporre ai clienti In media, infatti, i consumatori continuano a pagare per le chiamate in roaming tre volte e mezzo il prezzo delle chiamate nazionali.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)
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