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Rieti: vendemmia by night per un vino d'annata

03/10/2006
Una vendemmia by night per un vino che si prospetta d’annata. E’ quanto rivelato dal presidente della Cantina sociale Vini dei Colli Sabini di Magliano Sabina e presidente della Coldiretti reatina Enzo Nesta alle prese con gli ultimi giorni di vendemmia nelle campagne della provincia di Rieti. Una raccolta che per quanto riguarda la sola Cantina maglianese coinvolge quasi duecento produttori provenienti da tutta la provincia reatina e dai due vicini comuni umbri di Otricoli e Calvi dell’Umbria. Sono 15mila i quintali di uva che si stima verranno conferiti complessivamente alla cantina - ed in buona parte realizzati vendemmiando prima dell’alba per evitare che il caldo accelerasse la fermentazione delle uve alterandone la qualità quest’anno particolarmente elevata a detta degli enologi - che porteranno all’ottenimento di 12mila ettolitri di vino che porteranno a circa 15-20mila bottiglie di novello, a 250-300mila bottiglie di vino Doc Cavalier Manlio bianco e rosso, e ad altre 200mila distribuite tra l’Igt Lazio “La Memoria”, l’unico “bariccato”, ed il “29 Settembre” bianco e rosso. Numerose anche le confezioni da 3 e 5 litri che invece raggiungeranno la vendita al dettaglio attraverso negozi e supermercati, mentre è ripresa la distribuzione del vino alla spina in collaborazione con l’azienda “D’Orazio” di Fara Sabina. “Una diversificazione di canali di distribuzione – ha spiegato Nesta - che ha permesso al vino reatino di fare il suo ingresso in maniera importante sul mercato romano, con particolare attenzione ai centri della provincia romana a nord della capitale tra cui Monterotondo e Fonte Nuova. Un’evoluzione favorita anche da una qualità del vino in costante crescita, che porterà questa stagione ad un vero e proprio vino d’annata, e da un aumento graduale del consumo di vino tra la gente, che sta riscoprendo in particolare il bianco”. Un prodotto che ha ottime potenzialità di crescita a livello internazionale. Basti pensare alla crescita record dell’8 per cento registrata nel valore delle esportazioni di vino Made in Italy nel mondo con un boom negli Stati Uniti (+ 11 per cento) che sono diventati il primo mercato di sbocco per le produzioni nazionali, ma anche al successo rilevante in un mercato emergente significativo come la Cina dove gli importi sono più che raddoppiati (115 per cento). L’analisi è stata compiuta dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel primo semestre del 2006 dai quali si evidenzia la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy grazie ad una vendemmia 2006 stimata in 51 milioni di ettolitri di vini e mosti, con una produzione stabile (+1 per cento) rispetto alla scorsa annata e ottima da quello qualitativo, secondo le previsioni di Ismea e Unione Italiana Vini, che per ben il 60 per cento potrà essere commercializzata sotto una delle 453 denominazioni di origine (Docg, Doc e Igt) riconosciute. E se i Paesi dell’Unione Europea, con in testa la Germania, assorbono quasi la metà del valore delle esportazioni e restano nell’insieme i clienti più affezionati con un aumento dell’export del 4 per cento, la domanda crescente di vino da parte degli Stati Uniti sta facendo registrare un vero boom per il Made in Italy (+11 per cento) che ha riconquistato il primato nei confronti dei concorrenti australiani e francesi. Risultati interessanti, anche se i consumi restano per ora modesti, sono stati raggiunti - sostiene la Coldiretti - in mercati emergenti come l’India (+ 53 per cento) e la Cina (+ 115 per cento) dove le prospettive offrono grandi opportunità di crescita perché il vino italiano è un status simbol per le classi emergenti che chiedono prodotti medio alti. I risultati del 2006 - afferma la Coldiretti - dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che nello scorso anno ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l’export che potrebbe peraltro beneficiare dell’immagine positiva conquistata dall’Italia nel mondo con la vittoria del campionato del mondo di calcio. Un patrimonio economico e di immagine per le imprese nazionali che - continua la Coldiretti - va valorizzato nella riforma di mercato del settore (OCM) in discussione a Bruxelles con un reale sostegno alla competitività delle imprese e una difesa nei confronti delle imitazioni e della concorrenza sleale fondata sulla mancanza di trasparenza nell’informazione sulle caratteristiche dei prodotti in riferimento alle modalità di invecchiamento e alle tecniche utilizzate, come l’utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino che, senza un’etichettatura trasparente, inganna i consumatori e danneggia i produttori impegnati nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno.



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