Marcon: incendio a Nuova Esa. La miccia? La sottovalutazione
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 27 giugno, per cause ancora in corso di accertamento, abbiamo assistito all’ennesimo gravissimo episodio, che ha visto protagonista l’ex stabilimento di stoccaggio di prodotti altamente tossici e in grandissima quantità ancora giacenti al suo interno (6000 tonnellate).
La ditta, già coinvolta per gravissimi reati relativi a danni ambientali e non solo, vede i suoi proprietari condannati ma che se ne fanno un baffo risultando, poveri loro, nullatenenti. Non possono quindi far fronte - nonostante la condanna loro inflitta - a provvedere allo smaltimento dei rifiuti e alla bonifica del sito, mediante l’esborso dei milioni di euro necessari all’operazione.
Dopo aver ricevuto dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Venezia le autorizzazioni necessarie per l’attività svolta in tutti questi anni, ora il cerino rimane in mano al Comune di Marcon e si tratta, in questo caso, di un cerino che può davvero bruciare le dita.
Come affrontare la situazione, visto che la “bomba” Nuova Esa può ancora scoppiare da un momento all’altro?
Chi tutela i cittadini marconesi, dopo l’ennesimo episodio che li continua a mettere in pericolo?
Chi si assume le responsabilità del pregresso, comprese le mancanze di legge (fideiussioni scadute, danno ambientale non risarcito in tutta la sua enormità, persistenza del sito inquinato in luogo a alto rischio idraulico…)?
Se il Comune - come è dimostrato - non ha le risorse necessarie, chi provvederà ora a garantire lo smaltimento e la bonifica del sito?
Dovremo finire come altre comuni del Veneto - e non solo – in cui chi subisce i danni deve subire anche l’umiliazione della beffa?
Chi garantirà ora la nostra salute?
Interverrà forse la Regione Veneto, che ha appena depotenziato, se non cancellato, i cosiddetti “controllori terzi”, figure qualificate e indipendenti che – oltre all’Arpav - svolgono da circa 15 anni la funzione di controllo degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti?
Interverrà forse la Provincia di Venezia, che si trova una patata bollente in mano lasciatale in eredità dalle precedente Giunta di centrosinistra?
E’ stato comodo per molti amministratori trattare i cittadini alla stregua di moderne “Cassandre”. Dovrebbero chiedere scusa, fare atto di umiltà, riconoscendo i propri errori, le proprie mancanze, le inadeguatezze culturali e tecniche.
Ma così non sarà, perché la politica mostra ormai troppe volte solo il suo lato arrogante, forse per nascondere l’ignoranza e l’incapacità di governare, che ormai dilaga in tutti i partiti.
Ma i cittadini hanno imparato una cosa: la delega che hanno dato ai politici riguarda solo la possibilità di gestire e amministrare la cosa pubblica, non è una delega in bianco che possa dare loro potere di vita o di morte.
E quando i cittadini respirano la morte dalle loro finestre, la foto del becchino la stampano in migliaia di copie!!!
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