Agricoltura veneta, +10% nel 2011
“Siamo ancora qui a decantare le capacità dell’imprenditoria agroalimentare veneta, ha invece sottolineato Paolo Pizzolato, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura. I risultati 2011 gratificano e rilanciano ancora di più le tante eccellenze del settore primario regionale, vitivinicolo in primis. La qualità raggiunta è alta così come la nostra competitività a livello internazionale. E i consumatori sanno quanta cura e quanta sicurezza si portano nelle tavole consumando veneto”. I dati sono stati presentati da Alessandro Censori, Dirigente dell’Azienda regionale, comprensivi di una finestra sull’andamento 2012: il confronto tra i prezzi agricoli del primo trimestre, rispetto a quelli del 2011, evidenzia una tendenza al ribasso, acuita dalle condizioni di siccità e alte temperature estive. Sotto la lente tutti i comparti del settore primario veneto, e le performance degli stessi considerati l’import e l’export.
Durante la conferenza stampa sull’andamento agroalimentare veneto nel 2011, tradizionale appuntamento di Veneto Agricoltura, in Corte Benedettina a Legnaro (Pd), sono quindi stati forniti i dati di un anno fondamentalmente positivo. 5,2 mld di €, si è detto, la produzione agricola veneta 2011. In pratica un incremento di quasi il 10% (9,8) sul 2010, derivato principalmente dall’aumento dei prezzi, visto che le quantità prodotte sono risultate nella media.
Dalla grande mole di dati elaborati dai tecnici dell’Azienda regionale, emergono comunque luci e ombre, frutto della crisi in atto. Innanzitutto, il numero delle imprese agricole venete è risultato in calo. Quelle attive iscritte ai registri delle Camere di Commercio sono scese a 73.831 unità (-2,3% rispetto al 2010), a causa soprattutto del calo delle “ditte individuali”. Sono aumentate, invece, le società di persone (+1,4%) e in misura maggiore le società di capitali (+9%). E’ cresciuto il numero degli occupati agricoli (69.769 unità, +4,9%), dovuto all’incremento sia del lavoro indipendente (+3,9%) che dipendente (+6,9%).
Di seguito i risultati dei principali settori:
Colture cerealicole. Complessivamente hanno beneficiato di buoni risultati commerciali, con un significativo aumento dei prezzi medi rispetto all’anno precedente. Come sempre la parte del leone l’ha fatta il mais, che si è confermato la principale coltura nella nostra Regione con 290.000 ettari coltivati (+6%) e 2,9 milioni di tonnellate prodotte (+14%). Il prezzo medio annuo è stato di 224,5 euro/t (+33%). Alla buona performance del mais ha corrisposto una diminuzione del frumento tenero, sceso a 84.700 ettari (-10%) e 500.000 tonnellate prodotte (-11%), ma con quotazioni mediamente superiori del 37%, e del frumento duro, la cui produzione è calata a 45.100 tonnellate (-29%) determinando un aumento dei listini del 54% rispetto al 2010. Andamenti analoghi per l’orzo (è diminuita la superficie del 12% e la produzione dell’11%, ma è aumentato il prezzo medio del 32%), mentre il riso segna un incremento della superficie investita del 10% e del prezzo del 26%.
Colture industriali. In calo gli ettari coltivati a barbabietola da zucchero (-37%), con conseguente flessione produttiva (590.000 t, -36%). Grazie però alla notevole domanda dei mercati, le bietole da zucchero hanno spuntato prezzi interessanti (3.100 €/ha, +48%), rendendo la coltura davvero redditizia. In aumento la superficie a soia (+19%) con una produzione di 274.600 t (+14%) e quotazioni in crescita del 10%. Crisi nera per il tabacco che, in seguito alle politiche europee, ha visto un ridimensionamento su tutti i fronti: superficie coltivata (-22%), produzione (-29%) e prezzi (-20%). Il settore orticolo veneto, che nel 2011 ha registrato un leggero incremento delle superfici, salite a 33.400 ettari (+2%), ha dovuto fare i conti con gli allarmi sui mercati europei scaturiti dal batterio Escherichia Coli, causa di deludenti risultati commerciali. Annata in chiaroscuro anche per le colture frutticole. In termini negativi spicca la contrazione produttiva del pesco (-24,9%) con prezzi in picchiata fino al 25%. Prezzi in calo anche per albicocco (-14,6%), ciliegio (-7,2%) e pero (-2,4%), mente sono salite le quotazioni di actinidia (+12,5%) e melo (+2,6%).
Il vitivinicolo si è confermato comparto trainante dell’agricoltura veneta. La produzione 2011 di uva è stata di 1,13 milioni di tonnellate di uva (+1,5%), corrispondenti a circa 8,68 milioni di ettolitri di vino fortemente orientati alla qualità. Il 41,8% del vino prodotto è marchiato con la Denominazione di origine, mentre il 41,1% con l’Indicazione geografica. Dal punto di vista commerciale, il 2011 è stata un’annata positiva per il comparto veneto: il prezzo medio delle uve è aumentato del 27%, le esportazioni di vino hanno raggiunto i 647 milioni di kg (+20%) per un valore pari a 1,3 miliardi di euro (+15%).
Luci e ombre anche per la zootecnia veneta. Nonostante l’ulteriore perdita di allevamenti, scesi a 3.949 unità (-4%), il lattiero-caseario ha leggermente incrementato le consegne di latte (+1,3%), superando di poco gli 11 milioni di quintali prodotti. Il prezzo del latte nel 2011, dopo avere toccato nel 2009 il minimo storico degli ultimi 15 anni, si è attestato sui 40 euro/100 litri (+10%). Prezzi in crescita anche per i principali formaggi DOP: Grana Padano (14-18 mesi) +22%, Asiago +10-12% e Montasio +5,5-8,5%. Invariato il patrimonio bovino da carne (478.000 capi), mentre i prezzi sono risultati mediamente in crescita del 5,5%. Quotazioni al rialzo anche per gli altri allevamenti da carne: suini +15%, avicoli +15% e cunicoli +4%.
Sotto i raggi X di Veneto Agricoltura anche il settore della pesca e dell’acquacoltura che in Regione conta circa 3.000 imprese: in calo quelle della componente pesca (-1,1%) e in crescita quelle dell’acquacoltura (+2,6%). In ribasso anche il numero dei pescherecci (724 imbarcazioni, -3,9% rispetto al 2010) e la produzione locale nei mercati ittici del Veneto, che non ha superato le 17.500 tonnellate (-16,1%) determinando una quantità totale di prodotto commercializzato in questi mercati pari a circa 27.800 tonnellate (-12,7%) e corrispondenti a una fatturato annuo di 114,7 milioni di euro (-2,4%). Anche la produzione di molluschi bivalvi ha subìto una contrazione (-15,9%).
La superficie investita a colture florovivaistiche si attesta nel Veneto sui 3.100 ettari (-1%). La produzione è tuttavia salita a 1,8 miliardi di piante (+30%) grazie all’aumento del materiale vivaistico. L’andamento di mercato è stato però altalenante: complessivamente il prezzo medio annuo dei fiori recisi è risultato pari a circa 0,40 euro/stelo (-5% rispetto al 2010). Infine, il Report di Veneto Agricoltura evidenzia l’aumento del deficit della bilancia commerciale dei prodotti agroalimentari regionali, che nel 2011 ha superato 1,1 miliardi di euro (+25,3%) per effetto del maggiore incremento delle importazioni (5,57 miliardi di merce acquistata, +13,7%) rispetto alle esportazioni (4,46 miliardi di merce venduta, +11,1%).
(Fonte: Veneto Agricoltura)
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