Ripresa del settore del turismo, secondo un rapporto OCSE
Prima scelta dei viaggiatori provenienti da un paese estero rispetto alla loro destinazione sono i paesi dell'OCSE, che attirano il 66% dei turisti mondiali. Tuttavia, si nota che mentre i paesi dell'Unione europea rappresentano il 50,2% di questi arrivi, la crescita più marcata è stata registrata in Asia e nel Pacifico. In totale, gli arrivi internazionali nei paesi OCSE sono aumentati del 4% e quelli nell'Unione europea del 2,7%.
Il rapporto rivela inoltre che il turismo costituisce una quota significativa dell'economia dei servizi degli Stati membri dell'OCSE e dell'Unione europea, rappresentando fino a un terzo delle esportazioni di servizi e fino al 10% del PIL. Yves Leterme, segretario generale aggiunto dell'OCSE, ha sottolineato questo aspetto, indicando che “dal turismo dipende in modo diretto oltre il 5% dell'occupazione negli Stati membri dell'OCSE".
Purtroppo, in tanti paesi accade che posti di lavoro del settore turistico rimangano vacanti a causa della mancanza di personale specializzato. Perciò, "occorre che i governi assumano un ruolo guida nella formulazione dei programmi d'istruzione e formazione professionale". Yves Leterme spiega: "È necessaria una strategia nazionale per il turismo, comprendente una strategia per lo sviluppo della forza lavoro, che affronti e risolva le carenze di manodopera e di competenze."
Tale strategia è particolarmente importante se si considera la popolarità crescente di nuove destinazioni "emergenti", rispetto a quelle più tradizionali. Nonostante si tratti ancora di una percentuale relativamente piccola degli arrivi internazionali a livello mondiale, le potenziali ripercussioni del turismo su queste economie sono evidenti. Questi paesi, che registrano un aumento degli arrivi turistici, superano già in alcuni casi le medie mondiali per quanto riguarda PIL e tasso di occupazione.
Come spiega Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l'Industria e l'imprenditoria: "I dati dell'OCSE confermano che se l'Europa vuole restare la prima destinazione turistica mondiale deve modernizzare e investire maggiormente in qualità, nuove tecnologie e know-how. L'industria del turismo è chiamata a rispondere adeguatamente a questioni come l'invecchiamento della clientela, il cambiamento degli stili di vita e le richieste dei consumatori, studiando modi nuovi di attrarre più turisti internazionali e convincendo un maggior numero di cittadini europei a trascorrere le proprie vacanze nel territorio dell'UE. In quest'ottica abbiamo lanciato l'iniziativa pilota "50.000 turisti", finalizzata a promuovere i flussi turistici tra il Sud America e l'Unione europea, nonché una campagna di comunicazione per migliorare l'immagine dell'Europa in determinati mercati emergenti a lungo raggio."
Il rapporto dell'OCSE evidenzia, infatti, che le spese consacrate ai viaggi, alberghi e ristoranti, e altri servizi di qualità sono in rapporto diretto con il reddito disponibile. E se da una parte la globalizzazione permette una maggiore integrazione del mercato, dall'altra essa aumenta la concorrenza internazionale.
Più che mai, i governi dei paesi dell'OCSE, e in particolare quelli dell'UE, devono dunque adottare delle politiche che permettano di mantenere la loro leadership nel settore del turismo. Per arrivarci, il rapporto avanza delle raccomandazioni che consentiranno di adeguarsi alle nuove richieste dei consumatori.
Innanzitutto, i governi dovrebbero impostare una politica di sostegno al settore turistico, partecipando così alla creazione della manodopera competente e specializzata, necessaria in questi tempi. E' fondamentale anche adottare un'impostazione integrata ed estesa a tutta l'amministrazione, che definisca meglio i ruoli e le responsabilità delle organizzazioni turistiche e faccia sviluppare il settore turistico. Infine, le pratiche di gestione dovrebbero rispecchiare i mutamenti dell'ambiente imprenditoriale, per favorire una crescita del turismo più forte, ecologica ed inclusiva.
(Fonte:Rappresentanza a Milano della Commissione europea)
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