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Post terremoto: servono quasi 6 mln contro rischio idraulico

30/07/2012
Regione Emilia Romagna ed U.R.B.E.R. in piena sintonia sul ruolo e le competenze, che la nuova Legge Regionale di settore riconosce agli otto Consorzi di bonifica, risultato del riordino avvenuto nel 2009: questo il senso della conferenza stampa congiunta di Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna e di Massimiliano Pederzoli, Presidente dell’Unione Regionale Bonifiche (U.R.B.E.R.), tenutasi a Bologna. Fra i 7 articoli delle Disposizioni per la Bonifica, approvati a larga maggioranza dal Consiglio Regionale, particolare attenzione suscita l’estensione delle competenze in materia di manutenzione territoriale alle aree montane, sancendo il principio che quanto viene versato dai consorziati di tali zone (oltre 14 milioni di euro, corrispondenti all’11% della contribuenza complessiva regionale), verrà reinvestito “in loco” per la sicurezza idrogeologica del territorio.

“E’ il pieno riconoscimento dell’importanza del lavoro che i Consorzi di bonifica attuano sul territorio regionale, che al 100% è attribuito alla loro competenza” ha chiosato Pederzoli.

Altro argomento di straordinaria attualità ed importanza è quello riferito alla sicurezza idraulica di vaste aree del territorio regionale che, a causa degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, richiedono interventi ormai indifferibili e urgenti in vista della prossima stagione autunnale anche per evitare ulteriori apprensioni alle popolazioni già provate. Per questo i due Consorzi maggiormente colpiti (il modenese Burana ed il reggiano Emilia Centrale) hanno redatto i Piani di Emergenza per la gestione del rischio idraulico causato dal sisma, programmando e progettando gli interventi di carattere provvisionale da realizzare nell’arco temporale massimo di un paio di mesi prima delle piogge autunnali.

I finanziamenti necessari per la messa in opera dei Piani di Emergenza dei Consorzi ammontano complessivamente a euro 5.843.000 di cui euro 4.652.000 per lavori nel comprensorio del Burana e 1.191.000 euro nel comprensorio dell’Emilia Centrale. Accanto a ripristini arginali e manutenzioni straordinarie alla rete di bonifica deputata allo scolo delle acque di pioggia, la gran parte degli interventi mira a ricostruire o a ridare funzionalità ad importanti impianti idraulici di sollevamento delle acque gravemente danneggiati dal sisma. “Senza i necessari interventi - segnala U.R.B.E.R. - la sicurezza idraulica del territorio è a gravissimo rischio.” Qualche esempio: il crollo dell’impianto idrovoro Mondine comporta un rilevante incremento del rischio idraulico su un territorio di 83.000 ettari; analogamente sono a rischio 70.000 ettari serviti dal polo idraulico Pilastresi, così come 39.000 ettari dipendenti dall’efficienza dell’impianto Bondeno-Palata, entrambi inagibili. “È attualmente alla firma del Commissario, Errani, l’ordinanza che permetterà il finanziamento regionale di questi progetti, nonchè degli interventi di A.I.Po e del Servizio Tecnico di Bacino per un importo di oltre 8 milioni di euro” ha annunciato l’Assessore, Rabboni.

Ulteriore capitolo affrontato è l’emergenza idrica, che sta colpendo anche le campagne dell’Emilia Romagna a seguito della “tropicalizzazione” delle condizioni climatiche: le elevate temperature e le scarse precipitazioni hanno determinato un incremento delle necessità idriche delle colture e aridità dei terreni, provocando una situazione di gravità eccezionale, giudicata, in qualche caso, addirittura peggiore della “grande siccità” del 2003. I Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna registrano un fabbisogno idrico in costante aumento rispetto al 2010. Per l’annata irrigua in corso, si prevede una richiesta d’acqua per l’agricoltura, superiore a 1 miliardo di metri cubi. “A causa dele maggiori irrigazioni, le aziende agricole potranno richiedere l’integrazione, fino al 100%, delle normali assegnazioni di carburante. Le Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia hanno già presentato richiesta al Governo per l’indennizzo dei danni arrecati dalla crisi idrica alla produzione agricola”, ha continuato Rabboni.

A tal proposito sono significativi i dati relativi al Canale Emiliano Romagnolo, una delle opere di adduzione d’acqua più importanti d’Italia: i volumi idrici derivati dal fiume Po, distribuiti nel bolognese, nonchè in tutta la Romagna per usi agricoli, industriali e civili, hanno raggiunto ad oggi 215 milioni di metri cubi con un incremento, registrato all’impianto Palantone, del 70% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. “Acqua indispensabile per la salvaguardia ambientale e l’economia del nostro territorio” ha concluso l’Assessore Regionale all’Agricoltura.

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