Post terremoto: servono quasi 6 mln contro rischio idraulico
“E’ il pieno riconoscimento dell’importanza del lavoro che i Consorzi di bonifica attuano sul territorio regionale, che al 100% è attribuito alla loro competenza” ha chiosato Pederzoli.
Altro argomento di straordinaria attualità ed importanza è quello riferito alla sicurezza idraulica di vaste aree del territorio regionale che, a causa degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, richiedono interventi ormai indifferibili e urgenti in vista della prossima stagione autunnale anche per evitare ulteriori apprensioni alle popolazioni già provate. Per questo i due Consorzi maggiormente colpiti (il modenese Burana ed il reggiano Emilia Centrale) hanno redatto i Piani di Emergenza per la gestione del rischio idraulico causato dal sisma, programmando e progettando gli interventi di carattere provvisionale da realizzare nell’arco temporale massimo di un paio di mesi prima delle piogge autunnali.
I finanziamenti necessari per la messa in opera dei Piani di Emergenza dei Consorzi ammontano complessivamente a euro 5.843.000 di cui euro 4.652.000 per lavori nel comprensorio del Burana e 1.191.000 euro nel comprensorio dell’Emilia Centrale. Accanto a ripristini arginali e manutenzioni straordinarie alla rete di bonifica deputata allo scolo delle acque di pioggia, la gran parte degli interventi mira a ricostruire o a ridare funzionalità ad importanti impianti idraulici di sollevamento delle acque gravemente danneggiati dal sisma. “Senza i necessari interventi - segnala U.R.B.E.R. - la sicurezza idraulica del territorio è a gravissimo rischio.” Qualche esempio: il crollo dell’impianto idrovoro Mondine comporta un rilevante incremento del rischio idraulico su un territorio di 83.000 ettari; analogamente sono a rischio 70.000 ettari serviti dal polo idraulico Pilastresi, così come 39.000 ettari dipendenti dall’efficienza dell’impianto Bondeno-Palata, entrambi inagibili. “È attualmente alla firma del Commissario, Errani, l’ordinanza che permetterà il finanziamento regionale di questi progetti, nonchè degli interventi di A.I.Po e del Servizio Tecnico di Bacino per un importo di oltre 8 milioni di euro” ha annunciato l’Assessore, Rabboni.
Ulteriore capitolo affrontato è l’emergenza idrica, che sta colpendo anche le campagne dell’Emilia Romagna a seguito della “tropicalizzazione” delle condizioni climatiche: le elevate temperature e le scarse precipitazioni hanno determinato un incremento delle necessità idriche delle colture e aridità dei terreni, provocando una situazione di gravità eccezionale, giudicata, in qualche caso, addirittura peggiore della “grande siccità” del 2003. I Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna registrano un fabbisogno idrico in costante aumento rispetto al 2010. Per l’annata irrigua in corso, si prevede una richiesta d’acqua per l’agricoltura, superiore a 1 miliardo di metri cubi. “A causa dele maggiori irrigazioni, le aziende agricole potranno richiedere l’integrazione, fino al 100%, delle normali assegnazioni di carburante. Le Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia hanno già presentato richiesta al Governo per l’indennizzo dei danni arrecati dalla crisi idrica alla produzione agricola”, ha continuato Rabboni.
A tal proposito sono significativi i dati relativi al Canale Emiliano Romagnolo, una delle opere di adduzione d’acqua più importanti d’Italia: i volumi idrici derivati dal fiume Po, distribuiti nel bolognese, nonchè in tutta la Romagna per usi agricoli, industriali e civili, hanno raggiunto ad oggi 215 milioni di metri cubi con un incremento, registrato all’impianto Palantone, del 70% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. “Acqua indispensabile per la salvaguardia ambientale e l’economia del nostro territorio” ha concluso l’Assessore Regionale all’Agricoltura.
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