Siccità: l’agricoltura rischia il collasso da calore
I corsi fluviali sono a secco mentre le temperature, a causa dell’anticiclone “Ulisse” ed ai venti caldi dall’Algeria, sono sempre più alte. Carenza d’acqua e caldo record stanno provocando un collasso da calore all’agricoltura, con deperimento organico delle piante di mais, girasole, soia, bietola, pomodoro, uva, ed i raccolti falcidiati.
Tra l’altro in Veneto, soprattutto nelle provincie di Rovigo, Padova e Venezia, la gran parte dei raccolti di cereali risulta compromessa e si registrano problemi anche per l’ortofrutta e la viticoltura; nel Polesine, si contano perdite per 150 milioni di euro di cui 75 milioni solo per il mais. In numerose aree del Piemonte sono compromessi i raccolti cerealicoli ed i foraggi; in Puglia, in particolare nella Capitanata, tra le colture che stanno subendo i maggiori danni ci sono il pomodoro e la vite (per la quale è già stimato un calo del 20% del raccolto); in Toscana si teme anche per gli allevamenti, per la scarsità di foraggi e le carenze idriche.
Secondo le stime di Confagricoltura, si può prevedere, in generale, che andranno persi un terzo dei raccolti di mais e la metà di quelli di soia. Inoltre ci sono perdite di qualità e quantità per la frutta estiva. A rischio anche la vendemmia.
“La siccità, anche al Nord, non è più un evento episodico ma una situazione strutturale che va fronteggiata - osserva l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - con una politica di costruzione e di gestione di invasi adeguati per la razionalizzazione delle risorse idriche; servono politiche indirizzate alla ricerca ed all’innovazione per sostenere le aziende nelle scelte colturali e produttive e per individuare nuove varietà di piante a minore esigenza idrica, finanziamenti per favorire investimenti aziendali per un migliore uso delle acque”.
(Fonte: Confagricoltura)