Gelato e cioccolata: l’innovazione della “filiera corta”
L’originale iniziativa è stata presentata in occasione dell’incontro ARGAV tenutosi presso la sede dello Wigwam di Arzerello, in provincia di Padova. Protagonista dell’incontro è stato Roberto Bonato, titolare della Gelateria-Cioccolateria “Zeno”.
“Noi siamo dalla parte di chi vuole produrre le cose con le proprie mani e utilizzando materie prime italiane: ecco perché acquistiamo le pesche di Verona, piuttosto che le ciliegie di Valpolicella, le mandorle di Noto o i Pistacchi di Bronte, in Sicilia, rifornendoci direttamente dai produttori del luogo” ha detto Bonato.
Filosofia della Gelateria - Cioccolateria di Bonato è anche quella di bandire semilavorati e coloranti. Inoltre, le materie prime utilizzate sono rigorosamente di stagione. “Da noi, il gelato alla fragola si trova solo tra maggio e giugno, il periodo dell’anno in cui, in Italia, cresce naturalmente questo frutto” ha affermato Bonato. “Ma “ ha aggiunto” nell’arco dell’anno ci sono sempre frutti”. Come il melograno, l’uva spina, le mele cotogne, le castagne, le mele cotogne. Insomma, i frutti cosiddetti “dimenticati” e che vengono così riscoperti.
Però da Zeno non si troveranno mai gelati alla bistecca, agli spaghetti alla carbonara, al tortellino e amenità simili. “Dal momento che il gelato è zuccherato” ha detto Bonato “Come si fa a valorizzare i gusti salati?”
Altra regola di “Zeno” è il fatto di non proporre tutto e comunque: “ appena il gelato finisce, il negozio chiude, perché vogliamo dare un prodotto sempre fresco, senza enormi scorte” ha detto Bonato. “Per questo” ha aggiunto “sappiamo che non avremo mai un certo tipo di clientela, come la mamma che chiede il gelato alla fragola per il figlio che lo vuole a tutti i costi, anche in settembre”.
Ma “Zeno” è soprattutto una cioccolateria. “Utilizziamo solo materie di qualità, come massa di cacao, burro di cacao e zucchero di canna” ha detto Bonato. E oltre a tavolette e cioccolatini, si trovano anche creme spalmabili, come quelle al Recioto o all’Amarone.
E chissà se, in tepidi globalizzazione, questa scelta così originale e coraggiosa farà proseliti.