UE: anticipo pagamenti a settore agricolo per crisi in atto
Il via libera è stato dato dal Comitato di Gestione dei pagamenti diretti, che ha accolto positivamente l'iniziativa della Commissione. E' questo, infatti, l'organo che coordina la distribuzione dei fondi dell'UE a sostegno degli agricoltori, in modo da stabilizzare la volatilità dei loro guadagni in rapporto alle vendite sui mercati.
La deroga consentirà di versare l’anticipo dei pagamenti al settore agricolo a partire dal 16 ottobre anziché dal 1° dicembre, data abituale. La comunicazione sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea nelle prossime settimane, ma già 10 Stati membri - Italia, Irlanda, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania, Portogallo, Romania, Spagna e Ungheria - hanno richiesto ufficialmente di versare i pagamenti diretti in anticipo.
Il Comitato ha poi approvato, attraverso votazione separata, una deroga eccezionale per gli agricoltori delle regioni dell'Italia del nord (Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto) colpite dal terremoto di maggio, che potranno ricevere i pagamenti già a partire dal 1° agosto. Questa misura speciale consentirà all’Italia di anticipare il 50% dei pagamenti diretti non solo agli agricoltori dei 113 comuni colpiti dal terremoto, ma anche ai produttori lattieri che riforniscono i comuni interessati. In base al limite fissato, prima del 16 ottobre potranno essere anticipati al massimo 40 milioni di euro.
Fondamentale è l'impatto positivo del settore agricolo sullo sviluppo dell'Unione europea. L'Europa è al tempo stesso uno dei principali esportatori e il maggiore importatore mondiale di generi alimentari. Le aziende agricole sono per la maggior parte piccole imprese, spesso a gestione familiare, e rappresentano una fonte importante di occupazione in molte regioni di campagna, oltre a svolgere un ruolo di primo piano nel mondo rurale.
La PAC costituisce l'insieme delle normative e delle prassi con cui l'Unione Europea mira a promuovere e sostenere il ruolo economico e sociale dell'agricoltura.
Essa è definita a livello comunitario dai governi dei paesi membri ed è attuata dagli stessi all'interno dei loro confini; mira a sostenere il reddito degli agricoltori, ma al tempo stesso li incoraggia a dedicarsi alle produzioni di alta qualità richieste dal mercato e a cercare nuove opportunità di sviluppo, come nel campo delle fonti di energia rinnovabile.
La politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 è in particolare focalizzata su tre tematiche: il miglioramento della competitività del settore agricolo, la valorizzazione dell'ambiente e la diversificazione dell'economia nelle zone rurali.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)