Caldo africano: arrivano le conseguenze ambientali
"C’è poi da considerare – aggiunge Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. – che la forte riduzione di produzione agricola in molte aree del mondo, indotta dalle insufficienti precipitazioni ed accanto a gravi ripercussioni economiche, avrà conseguenze anche di carattere ambientale, i cui scenari sono ancora compiutamente da decifrare. La contrazione dei cicli produttivi riduce, infatti, anche l’effetto di fotosintesi, favorendo la permanenza in atmosfera di superiori quantitativi di anidride carbonica, uno degli agenti maggiormente insistenti sull’effetto serra. Se tale fenomeno è considerato la prima causa dei cambiamenti climatici, mai globalmente percepiti come adesso, è presumibile il ripetersi, se non l’accentuarsi di quanto registrato in questa annata.
Per dare concreto significato alla parola “prevenzione”, è quindi indispensabile rilanciare, quanto prima, il Piano Irriguo Nazionale, di cui sono stati finanziati interventi per 600 milioni di euro a fronte dei 7 miliardi individuati dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ancora nel 2004: solo l’irrigazione, resa ancora più efficiente ed arricchita da nuove fonti di approvvigionamento quali piccoli e medi bacini artificiali, può infatti dare certezza di futuro all’agricoltura italiana, come dimostrato anche dai dati sull’attuale annata agraria.
Per quanto sembri paradossale in questo periodo di caldo afoso – prosegue Gargano - ancora più urgente è l’allarme sul rischio alluvioni."
E’ già allerta, infatti, soprattutto al Nord, per l’annunciato arrivo della perturbazione “Beatrice” con temporali e nubifragi; in caso di necessità, il personale dei consorzi di bonifica procederà allo svaso della rete di scolo attualmente utilizzata, laddove possibile, per la cosiddetta “irrigazione di soccorso”.
"Inoltre – aggiunge il Presidente A.N.B.I. - come denunciato anche dal Consiglio Nazionale dei Geologi, gli incendi, che stanno colpendo molte regioni italiane, causeranno ulteriori 300.000 ettari a forte rischio idrogeologico per la distruzione dei boschi, che ne garantivano il drenaggio. A fronte dell’ulteriore aggravarsi del già precario equilibrio territoriale italiano, dobbiamo ricordare che la Legge di Stabilità 2012 non prevede alcuno stanziamento ulteriore per gli interventi di difesa del suolo, rispetto a quanto già previsto nella Legge Finanziaria 2010. E’ quanto mai indispensabile, invece, rilanciare gli accordi di programma Stato-Regioni per la realizzazione di un programma straordinario, volto a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico; tali accordi, tutti sottoscritti, contemplano un finanziamento complessivo di 2.150 milioni di euro (1.200 milioni di euro risorse statali e 950 risorse regionali); ad oggi però gli interventi sono bloccati per l’essere venute meno le fondamentali risorse statali."