Nuove norme rifiuti elettronici per migliore impiego risorse
L’obiettivo è di prevenire eventuali danni alla salute umana e all’ambiente causati da sostanze pericolose contenute nei RAEE; allo stesso tempo si vuole aumentare il riciclaggio e/o il riutilizzo di prodotti e materiali. A questo proposito, la raccolta sistematica e un corretto smaltimento sono indispensabili per il riciclaggio di oro, argento, rame e metalli rari usati per la produzione di TV, computer portatili e telefoni cellulari.
Ad oggi solamente un terzo dei rifiuti elettrici ed elettronici dell' Unione europea è oggetto di raccolta differenziata nel quadro del regime documentato. L’attuale tasso di raccolta stabilito per l'UE è di 4 kg di RAEE pro capite, che corrisponde a 2 milioni di tonnellate all’anno, a fronte delle circa 10 tonnellate annue di rifiuti generate. Si stima che entro il 2020 il volume dei RAEE aumenterà di 12 milioni di tonnellate, perciò l’ambizioso obiettivo finale della nuova direttiva è quello della raccolta dell’85% della produzione complessiva di RAEE: nel 2020 la raccolta differenziata riguarderà all’incirca 10 milioni di tonnellate di rifiuti, l’equivalente di 20 kg pro capite.
Al più tardi entro il 14 febbraio 2014, gli Stati membri saranno tenuti a modificare la legislazione nazionale in vigore in materia di RAEE per conformarsi alle disposizioni della nuova direttiva e ai relativi obiettivi. I consumatori possono consegnare rifiuti elettronici di piccole dimensioni presso i negozi al dettaglio, fatta eccezione nel caso in cui sistemi alternativi già in uso dimostrino di essere di pari efficacia.
La direttiva fornisce inoltre agli Stati membri gli strumenti per combattere con maggior successo le esportazioni illegali di rifiuti. Esse costituiscono infatti un grave problema, in particolare se nascoste sotto forma di spedizioni legali di apparecchiature usate per raggirare la normativa UE in vigore. Per far fronte a questa problematica, la nuova direttiva imporrà agli esportatori di verificare il funzionamento delle apparecchiature e di documentare la natura delle spedizioni sospettate d'illegalità. Infine, a partire dalla data di attuazione nazionale della direttiva, si applicherà un’inversione dell’onere della prova alle spedizioni di apparecchiature usate sospettate di contenere rifiuti illegali.
Janez Potočnik, Commissario per l'Ambiente, ha dichiarato: “In un contesto di crisi economica e di aumento dei prezzi delle materie prime, rendere più efficiente l’impiego delle risorse vuol dire coniugare i vantaggi per l'ambiente e le opportunità di crescita innovative. Ora siamo chiamati ad attivare nuovi canali di raccolta per i rifiuti elettronici e a migliorare l’efficienza di quelli già operativi. Invito gli Stati membri ad allinearsi a questi nuovi obiettivi prima del termine ultimo di attuazione."
A partire dal 2016, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta del 45% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute sul territorio nazionale. Inoltre, dal 2018, l’ambito di applicazione della direttiva si estenderà dalle categorie attualmente considerate a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Infine, nel 2019, l'obiettivo di recupero passerà al 65% delle apparecchiature vendute, o, in alternativa, all'85% dei RAEE prodotti. Gli Stati membri potranno infatti scegliere liberamente quale tra questi due benchmark adottare.
Un ulteriore progresso sarà la riduzione degli oneri amministrativi, raggiunta grazie all'armonizzazione degli obblighi nazionali in materia di registrazione e comunicazione. La Commissione farà uso dei poteri a lei conferiti dalla nuova direttiva per armonizzare la frequenza del flusso di comunicazioni dei produttori, il formato previsto per la registrazione e le comunicazioni verso i registri nazionali. Essa riesaminerà inoltre l'impatto di determinate modifiche introdotte con la nuova direttiva; ad esempio, nell'ambito di applicazione, con il fine di individuare eventuali risvolti indesiderati.
Ad alcuni Stati membri sarà concessa una deroga temporanea circa i nuovi obiettivi di raccolta nel caso in cui si verifichi la carenza delle infrastrutture necessarie o di uno scarso livello di consumo di apparecchiature elettroniche.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)