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Ogm: sentenza UE non cambia niente. In Italia no biotech

07/09/2012
La sentenza della Corte di Giustizia non cambia niente per l’Italia dove lo stop agli Ogm nei campi è stato deciso non in via generale, ma in forza di un provvedimento interministeriale che è intervenuto su un caso concreto proprio sulla base della disciplina europea che assegna allo Stato l’accertamento circa la pericolosità della coltivazione OGM nei confronti delle altre colture tradizionali confinanti. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la sentenza della Corte di Giustizia Ue del 6 settembre, non cambia la scelta dell’Italia di mantenere il proprio territorio libero dalle contaminazioni di organismi geneticamente modificati come chiedono il 71 per cento degli italiani, che ritengono il cibo biotech meno salutare secondo l’indagine Coldiretti/Swg.

Sebbene la sentenza lasci intendere che allo Stato sia precluso il divieto di introdurre misure volte a prevenire l’impatto della commistione di OGM con le colture derivate da prodotti tradizionali non tiene conto in realtà - sottolinea la Coldiretti - dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale che ha portato l’Italia a ottemperare al principio concernente la facoltà di utilizzare in agricoltura OGM sulla base delle regole di coesistenza.

In altre parole - spiega la Coldiretti - ha ben ragione la Corte di Giustizia nello stabilire che sia fatto divieto all’Italia di introdurre un blocco generalizzato dei procedimenti di autorizzazione in attesa dell’intervento delle regioni - che finora non è stato realizzato- e, tuttavia, la stessa Corte non tiene conto che le modalità adatte a far convivere le diverse filiere di produzione agricola, proprio sulla base della disciplina europea, assegnano allo Stato l’accertamento circa il carattere non pericoloso o dannoso della coltivazione OGM secondo specifiche esigenze di separazione delle colture. E’ accaduto infatti che il divieto di coltivazione in Italia sia stato consolidato da un provvedimento interministeriale (Agricoltura, Ambiente e Salute) destinato ad intervenire rispetto al caso concreto di una pretesa di un singolo agricoltore di mettere a coltura mais OGM e non in via generale, come censura la Corte di Giustizia.

In relazione a ciò, si tratta di riconoscere che se la disciplina europea si occupa di tutelare l’ambiente e la salute resta alla normativa interna la possibilità di adottare le misure più opportune per limitare gli effetti economici connessi alla coltivazione degli OGM e questo- conclude la Coldiretti - non in via generale ma caso per caso.

Fonte: Coldiretti

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