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Barroso rilancia: nuovo Trattato per l'Europa di domani

17/09/2012
Barroso rilancia: nuovo Trattato per l'Europa di domaniE' un Barroso carico di speranza, orgoglio e ardore quello che si presenta davanti al Parlamento riunito in seduta plenaria a Strasburgo. Il Presidente della CE, nel suo terzo discorso sullo stato dell'Unione, tocca i punti nevralgici del sistema europeo, esortando gli astanti a non perdere la fiducia e a cooperare con le altre Istituzioni per superare questa congiuntura difficile.

Proprio fiducia e cooperazione, assieme ad equità, sono le parole chiave intorno cui si dipana il suo discorso. La mancanza di fiducia ha portato ad una crisi politica, ossia sociale, la quale si unisce ad un'altra crisi, quella finanziaria ed economica. Il progetto di Barroso prevede l'individuazione di nuove strade, la realizzazione di nuove idee, perché non sembra possibile "provare a rispondere alle domande del futuro con gli strumenti del passato"; è perciò doveroso che ciascuno prenda coscienza che il mondo globalizzato in cui viviamo non permetterebbe ad alcuno dei Paesi di cui è composta l'Unione di ambire ad un posto di primo piano nel panorama mondiale, se dovesse o volesse concorrere come singolo. Per dare fiducia ai cittadini, ai mercati e ai partner commerciali, "gli Stati Membri più vulnerabili non devono far nutrire alcun dubbio circa la loro volontà di riformarsi, circa il loro senso di responsabilità, ma allo stesso tempo i Paesi più forti non devono far dubitare della loro volontà di restare uniti e coesi, del loro senso di solidarietà".

Da qui la necessità di cooperare per sviluppare una nuova Europa, un'Europa più unita, i cui soggetti, intesi sia come Stati Membri che come cittadini, siano più integrati. Il processo d'integrazione, secondo Barroso, non potrebbe essere nemmeno cominciato, se non dando il via a riforme che vadano verso maggiore equità: quando questa viene a mancare, e l'esempio dei nostri tempi è significativo, non si può parlare di sviluppo sostenibile, il quale costituisce "la linfa vitale del nostro sistema economico-sociale […], ma si può sostenere una crescita unicamente se competitivi".

Riguardo quest'ultimo punto, il presidente della CE è stato estremamente chiaro: una delle cause per cui l'Europa è in crisi, oltre le pratiche irresponsabili del settore finanziario e il debito pubblico insostenibile, è la perdita o mancanza di competitività di alcuni Stati Membri. Dunque, la soluzione indicata da Barroso è un amalgama tra "modernizzazione delle amministrazioni pubbliche, riduzione degli sprechi, contrasto ai privilegi, riforma del mercato del lavoro al fine di bilanciare stabilità e flessibilità, e la garanzia di sostenibilità al sistema sociale", nonché un sistema di tassazione che risulti più semplice per gli imprenditori e più appetibile per gli investitori.

Per metter in pratica ciò che ieri ha detto in Parlamento, Barroso ha tracciato una road map, la cui prima tappa consiste nel sostenere quella proposta fatta dall'Istituzione di cui egli è il più alto rappresentante, atta a riformare il sistema di vigilanza degli istituti di credito devolvendone il controllo alla BCE. Quest'ultima lavorerà a stretto contatto con le autorità di vigilanza nazionali e l'ABE, l'Autorità Bancaria Europea creata nel 2010 e che ora, quando Parlamento e Consiglio Europeo trasformeranno in atto vincolante la proposta della CE, avrà nuovi poteri finalizzati alla tutela del cittadino, il quale non dovrà più preoccuparsi di pagare eventuali fallimenti di banche private.

Ma Barroso si spinge oltre, invitando i rappresentanti dei popoli europei, ed indirettamente anche questi ultimi, a credere nell'Europa. La sua richiesta ha lo scopo di vedere affidate all'Unione, per mezzo poi anche di un nuovo Trattato, le competenze necessarie per stabilizzare l'Euro, accelerare la crescita e creare un nuovo sistema per sviluppare in comune la politica monetaria, economica e fiscale, in modo tale che si possa raggiungere il traguardo che oggi si riesce a scrutare solo all'orizzonte: la Federazione degli Stati Europei.

(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)

nella foto il Presidente Barroso

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