Arrivano i bollettini di contributo alla bonifica
Dei 106 milioni di euro ricevuti complessivamente dai consorziati, il 40% è speso per il personale, mentre il restante 60% viene, invece, investito in lavori e manutenzioni.
“Un’attività quotidiana – afferma Giuseppe Romano, Presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - nella quale vengono impiegati un migliaio di macchine operative e circa 1.200 dipendenti, il cui 70% sono uomini, che quei 25 mila chilometri di canali li percorrono tutto l’anno e non, come si vorrebbe far credere, degli “scalda sedia”. Questi per me sono criteri di un’efficienza da portare a modello, frutto dell’autogoverno, peculiarità che ci contraddistingue da sempre”.
I proprietari di immobili urbani ed extraurbani pagano in relazione al beneficio, che l’attività dell’ente consortile garantisce al mantenimento del valore per i loro beni. È il Piano di Classifica lo strumento che determina l’ammontare del contributo: affidabile e preciso, ma sicuramente complicato da capire per il cittadino comune.
È un piano che attraverso degli indici di calcolo suddivide i costi sostenuti per ogni area dove vengono svolte le manutenzioni consortili. “Su questo – sottolinea Romano – posso garantire la grande disponibilità dei Consorzi nel dare le corrette informazioni, oltre a mettere in campo anche altre azioni di trasparenza, per fare di ogni Consorzio una casa di vetro.”
I Consorzi di bonifica svolgono un ruolo importante per il territorio, vista la crescente urbanizzazione, aumentata negli ultimi vent’anni del 27% (51.722 ettari) a cui si aggiungono intensità di pioggia vertiginose concentrate in poco tempo, dovute agli oramai evidenti cambiamenti climatici. Una conseguenza è sicuramente l’impermeabilizzazione dei terreni con conseguente elevato aumento dei deflussi delle acque piovane che mettono in crisi le reti fognarie, spesso obsolete e inadeguate. La gestione delle cosiddette fognature bianche spettante ai comuni o ai servizi idrici integrati rischia di essere pressoché nulla.
“La gestione ordinaria dei Consorzi di bonifica è autofinanziata ed i contributi ricevuti dai consorziati vengono reinvestiti nel loro territorio – sottolinea Andrea Crestani, Direttore dell’Unione Veneta Bonifiche – in questo particolare momento di “spending review” dove viene spesso additato il costo dei consigli di amministrazione, il tanto vituperato costo annuale dei 25 componenti dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione di un Consorzio di bonifica è di soli 30.000 euro lordi.”
E’ bene anche ricordare che la nuova Legge Regionale sulla Bonifica prevede la presenza di 3 sindaci negli organi amministrativi del Consorzio: eletti fra i “primi cittadini” del comprensorio consortile, sono 3 nell’Assemblea dell’ente, di cui 1 anche in Consiglio di Amministrazione, a rappresentanza della contribuenza urbana.
“Ciò – prosegue Crestani - sancisce l’importanza fondamentale della condivisione nelle scelte fra tutti i soggetti, operanti sul territorio e riconosce formalmente le funzioni strategiche dei Consorzi, che interessano la gestione delle acque irrigue, ma anche la salvaguardia del suolo, la tutela delle risorse e degli equilibri ambientali, la conservazione e la valorizzazione del paesaggio, il supporto di protezione civile.”
“L’auspicio – conclude Romano - è che una maggiore collaborazione tra Consorzi e Comuni, sancita anche dal recente Protocollo d’ Intesa tra U.V.B. ed A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Veneto, permetta l’individuazione di una pianificazione urbanistica in sintonia con la cultura del territorio, facilitando al contempo un rapido reperimento delle risorse economiche necessarie alla realizzazione di utili azioni congiunte.”
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