Stranieri: una risorsa in tempo di crisi
Questi alcuni dei risultati raccolti nel Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2012 realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero degli Affari Esteri, presentato al Polo Umanistico dell’Università Ca’Foscari di Venezia nel convegno dal titolo “L’immigrazione in tempo di crisi”.
Il mercato del lavoro. Dal 2008 al 2010 si è assistito in Italia ad un aumento del tasso di disoccupazione straniera di 3,5 punti percentuali passando dall’8,1% all’12,1% e raggiungendo 310mila immigrati senza lavoro. Questo significa che nel biennio considerato un nuovo disoccupato su tre ha origini straniere. Per quanto riguarda gli occupati (che sono oltre 2 milioni di soggetti), per la maggior parte si tratta di lavoratori dipendenti (86,7%), giovani, inquadrati come operai (87,1%), dalla bassa qualifica professionale, nel settore del terziario (51,5%) e in aziende di piccola dimensione (il 54,6% lavora in imprese con meno di 10 persone).
Retribuzioni dei dipendenti. Un dipendente straniero guadagna al mese (dato quarto trimestre 2011) una cifra netta di 973€, oltre 300€ in meno rispetto al collega italiano. Ha più possibilità di portare a casa una retribuzione più elevata l’immigrato che lavora nel settore dei trasporti (1.257 € al mese) a scapito di chi lavora nel settore dei servizi alle persone (717 € al mese), dove sono occupate maggiormente le donne.
Redditi dichiarati e Irpef pagato. In Italia si contano complessivamente 3,4 milioni di contribuenti nati all’estero (dati riferiti ai redditi del 2010) che dichiarano quasi 42 miliardi di €: tradotto in termini relativi, si tratta dell’8,2% di tutti i contribuenti e del 5,3% del reddito complessivo dichiarato in Italia. Gli stranieri dichiarano mediamente 12.481 € (7mila in meno rispetto agli italiani) e si tratta quasi esclusivamente di redditi da lavoro dipendente. Nel 2010 i nati all’estero hanno pagato di Irpef 6,2 miliardi di € (pari al 4,1% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.956 € a testa. Ma gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali a causa principalmente del basso importo dei redditi stessi: infatti il 63,9% dei nati all’estero che dichiara redditi paga effettivamente l’Irpef, contro il 75,5% dei nati in Italia.
Livelli di povertà. Il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà (dati 2010), contro il 12,6% delle famiglie italiane. Il reddito percepito non permette loro di risparmiare appena 600€ all’anno, dal momento che i consumi pareggiano quasi le entrate familiari. Entrate che provengono per il 90% da lavoro dipendente e che vengono destinate, tra le altre cose, al pagamento dell’affitto, dal momento che appena l’13,8% delle famiglie straniere è proprietaria dell’abitazione di residenza.
Disagio economico. Le famiglie straniere dichiarano maggiori difficoltà economiche rispetto a quelle italiane (dati 2009): il 21,6% dice di arrivare a fine mese con molta difficoltà (contro il 14,5% di quelle italiane), il 23,4% è stata in arretrato con il pagamento delle bollette (vs 8,2%), il 60,1% non è in grado di sostenere una spesa imprevista di 750 € (vs 31,4%) e il 53,6% non può permettersi una settimana di ferie (vs 39,2%).
“Nonostante il periodo di crisi”, ha affermato il Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, José Angel Oropeza, “nessuno può negare il contributo che gli immigrati hanno dato e danno all’Italia e allo sviluppo del Paese. D’altronde la migrazione è un fenomeno epocale che riguarda tutto il mondo e di fronte al quale è necessario che i governi scelgano cosa fare: adottare una politica di chiusura o, come suggeriamo noi, promuovere invece una politica di apertura, riconoscendo il ruolo delle migrazioni come parte integrante dell’economia mondiale e i migranti come componenti essenziali per la piena ripresa dalla crisi economica contemporanea”.
(Fonte: Fondazione Leone Moressa)
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