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Paesaggi che cambiano doc

12/10/2012
Paesaggi che cambiano docNegli ultimi tempi la produzione di documentari incentrati sulle trasformazioni dell’ambiente, dei paesaggi e dei luoghi è cresciuta in modo considerevole anche nel nostro Paese, rendendo disponibili molti lavori interessanti di autori più o meno affermati, di diversa provenienza.

Documentari, così come video, produzioni sperimentali e film raccontano le storie di molti luoghi diversi, fissando la memoria del loro passato e mostrandone i cambiamenti (o gli stravolgimenti?), senza limitarsi a riprendere gli ambienti ma indagando su come gli uomini interagiscono con gli spazi che sono loro dati, attraverso le forme culturali che elaborano, vivendoli in questo modo come paesaggi.

Il Nordest d’Italia, in particolare, offre oggi un laboratorio di grande interesse ed è per questa ragione che il primo ciclo (ottobre-dicembre 2012) della rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche per la stagione 2012/2013, propone una breve selezione di documentari, scelti da Simonetta Zanon, paesaggista, che affrontano, con sguardi, ambientazioni e modi narrativi diversi, temi che nel nostro territorio, ma non solo, pongono questioni problematiche diffuse e interrogativi rispetto ai quali non è più rinviabile una riflessione che ci coinvolge tutti. I titoli proposti sono volutamente e consapevolmente circoscritti a questa area geografica, allargandosi ad altre realtà quando queste ne vivono le stesse problematiche e ben si prestano ad un utile allargamento del punto di vista.

Con la stessa attenzione verso i paesaggi che cambiano, nella seconda parte della rassegna saranno invece proposti film “narrativi”, selezionati da Luciano Morbiato, esperto di storia e critica cinematografica.

La rassegna è dedicata ad Andrea Zanzotto, il grande poeta di Pieve di Soligo (1921-2011) che, prima e meglio di tutti, ha descritto il degrado dei nostri luoghi e il senso di perdita e di lutto per la «distruzione fisica del paesaggio». Per rendergli omaggio, a un anno dalla scomparsa, le proiezioni inizieranno, mercoledì 17 ottobre alle ore 21, con il suo intenso ritratto, realizzato da Carlo Mazzacurati e Marco Paolini (Andrea Zanzotto, 2000, 50’), presentato e commentato da Andrea Cortellessa, critico letterario e studioso dell’opera del poeta, e da Luciano Morbiato.

L’incontro fra Andrea Zanzotto e Marco Paolini si sviluppa entro tre nuclei fondamentali di ricerca: la natura, la storia, la lingua.

La natura è intesa dal poeta come pensiero al quale rivolgersi in un continuo scambio e risonanza ma anche come improvvisa mutazione, cementificazione ed offesa.

La storia riguarda quello che è stato detto il secolo dell’ottimismo, secolo che ha visto crescere la fede nella scienza ma anche il collasso di qualsiasi forma di razionalità e che il poeta ripercorre nei suoi segni fondamentali.

La lingua, infine, è scoperta di un viaggio accidentato, segno di un lessico familiare, musica e canti di un paese, ma anche di un andare mendicando di altri linguaggi, ricercare le stratificazioni che li hanno intessuti; sino ad arrivare a quelli che sono i destinatari della poesia ed i luoghi della lettura per riscoprirne la sacralità.

Il secondo titolo, in programma mercoledì 31 ottobre, sarà Il suolo minacciato, documentario denuncia di Nicola Dall’Olio (2009, 47’) che, facendo parlare le immagini e dando voce a personaggi quali Luca Mercalli, Edoardo Salzano e Carlo Petrini, illustra il disastro del consumo di territorio nell’area parmense, affrontando questioni che sono di grande attualità anche nel Nordest.

La rassegna proseguirà mercoledì 14 novembre con A Nord Est (2010, 44’) di Milo Adami e Luca Scivoletto, un viaggio lungo la statale 11 “Padana Superiore”, da Venezia al lago di Garda, che esplora un territorio ferito da uno sviluppo incontrollato; mercoledì 28 novembre con Magari le cose cambiano di Andrea Segre (2009, 63’), inchiesta sulle dinamiche di interesse e di potere che segnano le vite quotidiane di migliaia di cittadini che vivono in quartieri costruiti senza servizi, senza collegamenti viari, senza luoghi di socialità, senza nessuna manutenzione; e si concluderà mercoledì 12 dicembre con Rumore bianco di Alberto Fasulo (2008, 88’). Qui è il Tagliamento, il “re dei fiumi alpini”, spina dorsale di una regione che è stata snodo e crocevia nella storia d’Europa, il protagonista di un racconto che indaga la forza della natura e le sue possibilità di resistenza, la quotidianità degli uomini e delle donne, e le loro forme di ostinazione, perché “l’acqua è provvista di memoria”.

I documentari saranno presentati e commentati dagli stessi autori.

Auditorium spazi Bomben, via Cornarotta 7, Treviso. Ore 21.

Per informazioni: Fondazione Benetton studi Ricerche www.fbsr.it.

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