Giornata europea e mondiale contro la pena di morte
Come ha dichiarato Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione, ogni pena capitale inflitta per un errore giudiziario, da cui nessun sistema giuridico è immune, costituisce una perdita irreversibile di una vita umana. Inoltre, "la pena di morte non può cancellare il reato che intende punire né può attenuare la perdita subita dalla vittima: dovrebbe perciò diventare una reliquia del passato".
Fortunatamente, la tendenza mondiale verso l'abolizione della pena di morte è in aumento. Tra il 1993 e il 2009, il numero di paesi che hanno abolito per legge questa pratica disumana è salito da 55 a 97. In totale, al dicembre 2010 i paesi abolizionisti, per legge o prassi, erano 139, cioè oltre i due terzi dei paesi del mondo.
Purtroppo, 20 dei 58 paesi che tuttora applicano la pena capitale continuano ad eseguire condanne a morte a ritmi allarmanti. Nel 2010, secondo i dati disponibili, sono state eseguite condanne a morte in 23 paesi e sono state pronunciate sentenze di morte in almeno 67: in testa a questa poco onorevole graduatoria ci sono la Cina, l'Iran, la Corea del Nord, lo Yemen, gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita. Tali numeri, benché in rapida diminuzione, sono sempre troppo alti. L'UE esorta dunque i paesi in cui ancora vige questa pena a limitarne progressivamente l'applicazione e a rispettare le norme sulle esecuzioni, concordate a livello internazionale.
L'Unione europea riafferma regolarmente la sua posizione e si avvale di tutti gli strumenti diplomatici e di assistenza alla cooperazione di cui dispone per promuovere l'abolizione della pena capitale a livello universale. E' inoltre il più grande donatore a favore delle organizzazioni non governative che hanno lo stesso scopo. Il movimento per l'abolizione della pena di morte è una delle priorità del recentemente adottato quadro strategico e piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, così come dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), principale fonte di finanziamento dei progetti abolizionisti in tutto il mondo.
Anche nelle sedi multilaterali come le Nazioni Unite, stiamo portando avanti questa campagna, contribuendo all'adozione della 67a Risoluzione dell'Assemblea generale, sulla moratoria sull'uso della pena di morte. L'Unione continua ad incoraggiare tutti gli Stati ad aderire al secondo protocollo facoltativo del Patto Internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite.
L'UE è il primo organismo regionale ad aver adottato norme che vietano il commercio di determinati prodotti che potrebbero essere utilizzati per l'esecuzione della pena di morte, per la tortura e i maltrattamenti, nonché la fornitura di assistenza tecnica connessa a tali merci. Il suo impegno politico è associato a un considerevole sostegno finanziario a favore di progetti concreti.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)
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