Migliora la gestione dei fondi dell'UE
Algirdas Šemeta, il commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode, ha dichiarato che “Nel corso degli ultimi anni la Commissione ha mantenuto la sua promessa di garantire una gestione e un controllo di qualità dei fondi dell’UE. Il nostro compito non è affatto terminato, ma è giunta l’ora di un maggiore impegno anche da parte dei nostri partner. A tal fine gli Stati membri possono prevedere due semplici fasi. In primo luogo, essi possono approvare le norme semplificate proposte dalla Commissione per il nuovo periodo di programmazione. Le norme semplificate, più facili da rispettare e da controllare, possono contribuire a una drastica riduzione del numero di errori nelle spese dell’UE. In secondo luogo, invito di nuovo gli Stati membri a prendere maggiormente sul serio le loro responsabilità per quanto riguarda il ruolo da essi svolto nella tutela del denaro dei contribuenti dell’Unione. Il contributo degli Stati membri, se si impegnassero maggiormente al fine di controllare efficacemente i progetti e di recuperare i fondi impropriamente utilizzati, potrebbe essere notevole, soprattutto in questo periodo di difficoltà economiche”.
La relazione della Corte dei conti conferma la costanza del miglioramento nella gestione dei fondi dell’UE che ha caratterizzato l’ultimo decennio. La conferma positiva della Corte dei conti è dovuta al fatto che giungendo al termine dell'attuale periodo di programmazione, pur restando stabile la percentuale di errori, si sia realizzato nel 2011 un notevole aumento del volume dei pagamenti e dei relativi obblighi di comunicazione. La presenza di errori non significa che le risorse dell’UE siano perse, sprecate o a rischio di frode. Infatti le frodi interessano soltanto lo 0,2% del bilancio complessivo dell’UE e, qualora si verificassero, esistono strumenti efficaci previsti per individuarle, recuperare le risorse e correggere gli errori. Quando la Corte dei conti fa riferimento a una percentuale di errore, significa che in quei casi le risorse non avrebbero dovuto essere assegnate poiché i progetti non soddisfacevano le norme dettagliate previste in materia di ammissibilità ai finanziamenti dell’UE.
Per il terzo anno consecutivo la percentuale complessiva di errori nelle spese dell’UE è stata inferiore al 4%, mentre settori quali gli aiuti esterni, lo sviluppo, l’allargamento e l’amministrazione sono risultati nuovamente esenti da errori nell’ultimo anno. Nel 2011 il miglioramento più significativo è stato registrato nella politica di coesione, che finanzia progetti intesi a promuovere la competitività e la crescita nell’intera Europa, in cui il tasso di errore è calato di oltre 2,5 punti percentuali rispetto al 2010. Nel settore dell’agricoltura si è registrato un aumento della percentuale di errori rispetto al 2010, dovuto in parte al fatto che la Corte ha per la prima volta incluso nei suoi calcoli gli obblighi in materia di condizionalità. La Corte ha inoltre rilevato che la Commissione ha già individuato i problemi esistenti in questo ambito e ha adottato misure correttive per evitare la perdita di risorse.
La Commissione ha inoltre posto un particolare accento sulla semplificazione delle disposizioni applicabili ai fondi dell’UE che permetterà non solo di facilitare l’accesso ai fondi dell’UE, ma renderà più semplice l'applicazione e l'attuazione delle norme in materia di spese dell’UE, riducendo ulteriormente la possibilità di errori. Il nuovo regolamento finanziario, adottato il 25 ottobre 2012, prevede importanti misure di semplificazione e disposizioni volte a migliorare i controlli sui fondi dell’UE a tutti i livelli. Le proposte della Commissione per la prossima generazione di programmi (2014-2020), attualmente sottoposte all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo, includono una serie di nuove misure correttive e più severe nel caso in cui gli Stati membri non risolvano tempestivamente le irregolarità, un nuovo sistema per seguire i progressi compiuti nel conseguire gli obiettivi fissati e l’obbligo per le autorità nazionali di gestione di firmare una dichiarazione che attesti l’affidabilità dei loro conti.
Nella foto Algirdas Šemeta, il commissario per la Fiscalità e l’unione doganale.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione Europea)
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