UE: più crescita economica con più politica comune dei visti
Le norme attuali in fatto di visti, se utilizzate appieno, potrebbero dare un notevole impulso all'attività economica dell'UE, confermandola come destinazione ambita da un sempre maggior numero di turisti e cittadini di paesi terzi, con ripercussioni di rilievo sull'economia (dovute a spese per soggiorno, cibo e bevande, trasporto, intrattenimento, shopping, ecc) e conseguente creazione di posti di lavoro nell'Unione.
Cecilia Malmström, commissaria per gli affari interni, ha dichiarato: "Nell'attuale stato di flessione economica dovremmo sforzarci di aumentare i flussi turistici verso l'Europa pur continuando a garantire la sicurezza dei nostri confini. Agevolare le occasioni di viaggio per i viaggiatori in regola, che non costituiscono un rischio per la sicurezza, permettendo loro di visitare l'Europa, non può che rafforzare la nostra posizione di prima destinazione turistica al mondo, un successo altamente desiderabile per la nostra economia".
Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha dichiarato: "Ho sempre considerato con grande attenzione turismo e agevolazione degli spostamenti. Provo grande soddisfazione a vedere che l'eccellente collaborazione tra i servizi diretti dalla commissaria Malmström e quelli alle mie dipendenze sta dando frutti. Considero questa comunicazione una pietra miliare in quanto la Commissione riconosce ufficialmente l'importanza di tenere conto di considerazioni economiche nel prendere decisioni relative alla politica dei visti".
Le statistiche indicano che il numero di richieste di visto respinte resta limitato e che invece quello di visti rilasciati è aumentato negli ultimi anni. Il numero di visti rilasciati per l'area Schengen in India, ad esempio, è passato da 340 000 nel 2007 a circa 460 000 nel 2011. Anche in Cina il numero di visti rilasciati denota un aumento significativo, passando da 560 000 visti nel 2008 a 1 026 000 nel 2011. In Russia invece sono stati rilasciati nel 2011 circa 5 152 000 visti, rispetto ai 3 500 000 del 2007.
Si può fare ancora molto per aumentare i flussi turistici provenienti da paesi con un elevato potenziale di richiesta turistica abbinato ad un potere d'acquisto in crescita, ma molti ostacoli potranno già essere superati se i consolati degli Stati membri applicheranno correttamente l'attuale Codice dei visti. In particolare i consolati dovrebbero attenersi al termine di 15 giorni per concedere un appuntamento, decidere in merito alla richiesta di visto, provvedere alla disponibilità di moduli di richiesta nella lingua del paese ospitante e considerare la possibilità di rilasciare visti per ingressi multipli.
Inoltre, a lungo termine, le attuali norme relative ai visti potrebbero subire delle modifiche in modo da: accelerare e abbreviare le procedure (riesaminare ogni fase della procedura, compresa la presentazione della richiesta di visto da parte di intermediari o agenzie di viaggio, nonché consulenze preventive), precisare come individuare il consolato competente a trattare la richiesta di visto, semplificare i moduli di richiesta e chiarire le prescrizioni relative ai documenti da presentare, precisare le norme relative all'esenzione dai diritti per il trattamento delle domande, chiarire le norme relative al rilascio di visti per ingressi multipli, migliorare l'organizzazione dei consolati e la collaborazione tra gli stessi, ad esempio mediante revisione del quadro normativo che regolamenta i Centri comuni per la presentazione delle domande, agevolando la costituzione di tali centri e il loro funzionamento, rafforzare la collaborazione locale Schengen (armonizzazione delle pratiche in fatto di visti nei paesi Schengen) per aumentarne l'efficienza. In questa direzione, la Commissione presenterà prossimamente proposte legislative relative alle "Frontiere intelligenti" destinate ad assicurare una maggiore scorrevolezza dei flussi di viaggiatori ai confini esterni dell'UE.
Nella foto: Cecilia Malmström, commissaria per gli affari interni.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione Europea)
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