Nasce progetto fra CdB, Comuni, Regioni, Autorità di Bacino
A sottolinearlo, citando il Ministro dell’Ambiente, Clini, è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenendo a Bologna nell’ambito del convegno “Territori rurali a rischio: proposte per un governo integrato degli ambiti fragili”.
"Per superare tale impasse, foriero di gravi rischi per la vita e l’economia delle comunità – prosegue Gargano – annuncio la nascita di un progetto tra A.N.B.I., A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Regioni, Autorità di Bacino e di cui i Consorzi di bonifica saranno i terminali operativi per dare risposte concrete alle emergenze, indicate dagli Enti Locali; una prima sintesi sarà il 4° Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, fatto di interventi immediatamente cantierabili e che presenteremo ad inizio d’anno.
Vogliamo così dare un contributo determinante per un nuovo modello di sviluppo, che i fatti dimostrano indispensabile per il nostro Paese e che deve porre al centro le eccellenze del territorio, dall’agroalimentare al paesaggio, ma che è oggi minato dal forte rischio idrogeologico e da una sconsiderata cementificazione, che “consuma” 100 ettari al giorno. I dati positivi del settore primario, in controtendenza rispetto alla negativa congiuntura economia complessiva, stanno a dimostrare la bontà del nostro disegno. In realtà, per la manutenzione del territorio, possono esserci disponibili risorse importanti, come dimostrano gli interventi in emergenza, che costano 5 volte di più della prevenzione e che vengono attuati con ovvi, minori controlli; per accedere a tali finanziamenti non bastano i buoni propositi, bisogna superare i molti ostacoli, burocratici ma non solo, che si frappongono.
Da qui – conclude il Presidente A.N.B.I. - l’impegno dei Consorzi di bonifica a servizio del Paese ed il nostro contestuale appello ad utilizzare maggiormente le misure agro-ambientali dei Piani di Sviluppo Rurali, che prevedono anche gli interventi di manutenzione del territorio: troppe, infatti, sono le risorse restituite inutilizzate a Bruxelles. L’Italia non se lo può permettere!”
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