La Commissione europea con le donne ai vertici delle aziende
La Commissione europea ha preso un’iniziativa per infrangere il soffitto di cristallo che continua a ostacolare l’ascesa di donne di talento ai vertici delle principali imprese europee. La proposta legislativa mira a raggiungere un obiettivo del 40% del sesso sotto-rappresentato tra gli amministratori senza incarichi esecutivi nelle società quotate, tranne nelle piccole e medie imprese. Attualmente i consigli sono dominati da un unico genere: l’85% degli amministratori senza incarichi esecutivi e il 91,1% di quelli con incarichi esecutivi sono uomini, mentre alle donne restano, rispettivamente, il 15% e l’8,9%. Nonostante l’intenso dibattito pubblico e alcune iniziative volontarie a livello nazionale ed europeo, negli ultimi anni non si sono registrati cambiamenti significativi.
Per questo motivo la Commissione propone un atto legislativo diretto ad accelerare i progressi verso un maggiore equilibrio tra uomini e donne nei consigli delle società europee. Il testo è stato presentato congiuntamente dai Vicepresidenti Viviane Reding (Commissaria per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza), Antonio Tajani (industria e imprenditoria), Joaquín Almunia (concorrenza) e Olli Rehn (affari economici e monetari) e dai Commissari Michel Barnier (mercato interno e servizi) e Lázsló Andor (occupazione e affari sociali).
La direttiva stabilisce un obiettivo del 40% di donne tra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa. Le aziende che non presentano questa soglia del 40% tra gli amministratori non esecutivi saranno tenute a procedere alle nomine per tali posti sulla base di un’analisi comparativa delle qualifiche di ciascun candidato, applicando criteri chiari, univoci e formulati in modo neutro dal punto di vista del genere. A parità di qualifiche, si dovrà dare la priorità al mondo femminile. L’obiettivo di raggiungere almeno il 40% di donne per gli incarichi non esecutivi dev’essere raggiunto entro il 2020, ma le imprese pubbliche, sulle quali gli Stati membri esercitano un’influenza dominante, avranno a disposizione due anni di meno, fino al 2018.
José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Con la proposta odierna la Commissione europea risponde agli appelli pressanti del Parlamento europeo affinché l’Unione europea intervenga a favore della parità di genere negli organi decisionali delle imprese. Oggi chiediamo alle grandi imprese quotate in tutta Europa di dimostrare un impegno serio per la parità tra uomini e donne negli organi responsabili delle decisioni economiche. Su mia iniziativa la Commissione ha potenziato in modo significativo la presenza femminile tra i suoi membri, un terzo dei quali sono donne.”
La Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria per la giustizia, ha aggiunto: “Da più di cinquant’anni l’Unione europea promuove con successo l’uguaglianza tra donne e uomini, ma in un solo settore non ha registrato alcun progresso: gli organi direttivi delle imprese. L’esempio di paesi come il Belgio, la Francia e l’Italia, che recentemente hanno adottato misure legislative e ora cominciano a constatare dei miglioramenti, dimostra con chiarezza che un intervento normativo limitato nel tempo può cambiare veramente la situazione. La proposta della Commissione farà in modo che nella procedura di selezione degli amministratori senza incarichi esecutivi sia data la preferenza alle candidate, purché siano sotto-rappresentate rispetto agli uomini ed ugualmente qualificate. Sono grata ai numerosi membri del Parlamento europeo che non hanno mai smesso di combattere per questa causa e mi hanno fornito un aiuto prezioso per presentare la proposta”.
Nella foto: la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria per la giustizia
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)
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