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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Convegno al Wigwam:quale futuro per gli alimenti biologici ?

01/03/2006
Un incontro di lavoro al Circolo di Campagna del WigWam di Arzerello (Pd) è un’occasione per migliorare la conoscenza dei più svariati argomenti legati alla nostra vita quotidiana che, secondo le aspirazioni della nota associazione ambientalista, dovrebbe essere vissuta osservando una dieta con meno carne, più vegetali e carboidrati in abbondanza. D’altra parte l’uomo è ciò che mangia e se il cibo è buono e sano il suo fisico ne trarrà un sicuro vantaggio, che si rifletterà anche sui suoi comportamenti quotidiani. L’argomento della serata è stato naturalmente l’alimento biologico, visto attraverso le problematiche dei produttori, che hanno lamentato scarsi guadagni e difficoltà comunicative con i colleghi del settore. All’incontro erano presenti i giornalisti agroalimentari dell’Argav e numerosi operatori del settore. La serata è stata aperta da Fabrizio Stelluto, giornalista e nell’occasione coordinatore della serata, con una breve panoramica delle difficoltà legate alla produzione e commercializzazione dei prodotti biologici. La sfida è aperta da tempo – ha esordito Franco Zecchinato uno dei relatori e presidente dell’Aiab Veneto – Associazione Italiana Alimenti Biologici – tra i produttori di alimenti biologici e il resto della galassia agroalimentare. Ma attualmente possiamo affermare che – ha continuato Zecchinato - il bio si sta difendendo bene, con trend positivi, che variano da una categoria merceologica all’altra, ma sempre in leggero aumento, nonostante che il numero delle aziende del settore sia in fase decrescente nell’ultimo triennio. La relazione di Fabrizio Ceccarelli, responsabile del biologico della Coop Italia, non fa che confermare le affermazioni di Zecchinato. In sostanza il settore biologico della grande distribuzione –attacca Ceccarelli – pur non registrando grandi fatturati si difende bene consentendo di registrare aumenti di fatturato del 4-5 % annuo. Il problema – ha aggiunto il dirigente della Coop – è la vendita dei prodotti sfusi che denuncia una stasi preoccupante, mentre il biologico confezionato –scatolette e confezioni sigillate – sono in aumento. Il dibattito con la stampa agricola e con gli altri addetti ai lavori si è acceso quando Valeria Zini – responsabile bio per Vicenza della Confagricoltura – ha messo il dito, a suo dire, sulla piaga. La Zini, proprietaria di una azienda agricola di dimensioni considerevoli – 155 ettari – ha affermato che pur coltivando prodotti biologici su una piccola parte - 10 ettari circa - della sua tenuta, i ricavi sono scarsi, se non addirittura non compensativi dell’investimento e del lavoro che una coltura biologica richiede. Valeria Zini ha detto anche che forse sarebbe opportuno una maggiore concertazione tra i produttori biologici e che manca soprattutto una seria indagine delle esigenze dei consumatori e delle necessità del mercato nazionale. A questo punto gli interventi dalla platea si sono fatti accessi e molto interessanti. Alcuni hanno sottolineato, giustamente, che il consumatore non ripone molta fiducia nel prodotto biologico, innanzitutto perché, secondo alcuni, non c’è certezza dei controlli e della loro affidabilità, ma anche perché esistono in Italia troppi laboratori di certificazione che nel nostro caso sono almeno 18. Sul finire del convegno Fabrizio Stelluto -vice presidente dell’Argav – Associazione Regionale Giornalisti Agroalimentari del Veneto – ha lanciato un interrogativo che richiedeva una risposta dai rappresentanti delle associazioni, degli imprenditori e della grande distribuzione presenti in sala: qual è il futuro degli alimenti biologici in Italia e nel mondo ? Il rappresentante delle Coop ha detto chiaramente che in futuro non ci dovremo aspettare trend di aumento a due cifre e che comunque, se non troveremo soluzioni interattive tra i vari produttori e i gestori della grande distribuzione, ci troveremo a fare i conti con Paesi produttori più agguerriti e avanzati nella gestione aziendale che potrebbero mettere in difficoltà le aziende agricole nazionali. Il presidente regionale dell’Aiab, Franco Zecchinato, ha concluso che l’unico modo per preservare la biodiversità del pianeta è un incremento sensibile della coltivazione biologica degli alimenti, che permetterebbe di “rubare” spazio vitale al suo “naturale” nemico: gli Ogm -Organismi Geneticamente Modificati. Le conclusioni sono state quasi tutte improntate all’ottimismo anche se molti si sono resi conto che si dovrà lavorare nella direzione di una soluzione che renda i prezzi dei prodotti biologici più competitivi nei confronti degli alimenti coltivati tradizionalmente.

Gianni Genghini giornalista scientifico, per il Corveneto- 28.02.06

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